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PAROLE CHE CONTANO

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

31
MAG
2013
Prosegue la nostra rubrica dedicata alle segnalazioni di alcune recenti pubblicazioni che meritano di arricchire il bagaglio dei lettori.
 
“Bisogna avere la massima considerazione della capacità mutante e migrante della lettura, della sua abitudine a farsi beffe sia dei predicatori che dei seppellitori…La lettura non comincia dalla prima riga e non finisce con l’ultima. E’ quando la corsa degli occhi è terminata, la pagina è chiusa, che la lettura inizia con il suo corso.” 
da “La lettura spiegata a chi non legge” – LUCA FERRIERI
 
NELLO SPECCHIO DI CAGLIOSTRO
Vittorio Giacopini in Nello specchio di Cagliostro, Un sogno a Roma (Il Saggiatore), romanzo nel quale registro aulico e triviale si mescolano, affida a personaggi realmente vissuti, il conte di Cagliostro e l’inquisitore Francesco Saverio de Zelada, le sue personali riflessioni sulla vanità delle passioni umane. Siamo alla vigilia della Rivoluzione francese, in una Roma esoterica e labirintica, il mago e il cardinale si sfidano a distanza, in un duello ambiguo e senza tregua. Tanto la vita di Cagliostro è movimentata (dalla Sicilia all’Egitto, dall’Inghilterra alla Francia, dalla Germania alla Spagna), tante sono le identità di cui si ammanta (alchimista, pittore, guaritore, negromante, massone, profeta), tanto statica e unidirezionale è l’esistenza del cardinale,  tutta rinchiusa nel suo palazzo e dominata da un unico demone: l’ambizione. Ma la vera protagonista del libro è Roma, “città inguaribile, dannata”, “borgo infrattato, periferia”. La prosa corrosiva e avvolgente, il contenuto dissacrante, la ricostruzione attenta della realtà storica agiscono sul lettore come un incantesimo, dove perdersi significa ritrovare il piacere della lettura. Attraverso lo scrupoloso recupero di fonti e di documenti dell’epoca, l’Italia di ieri e l’Italia di oggi si intrecciano Nello specchio di Cagliostro. Con sapiente eleganza, Vittorio Giacopini miscela intrighi, eresie, processi, battaglie, discussioni teologiche e conflitti ideologici: ritratto attento di un’epoca e specchio delle attuali tensioni fra poteri globali e alternative politiche, morali e sociali.
 
NELLE MANI DELLE DONNE
Nutrire, guarire, avvelenare dal Medioevo ad oggi
L’autrice, Maria Giuseppina Muzzarelli, appartiene alla generazione delle baby boomers, ossia delle nate tra il 1946 e il 1964, delle figlie del secondo dopoguerra, cresciute in tempi di relativa prosperità, che vedevano il cambiamento in positivo e che ora, con sguardo attonito, assistono a certi recuperi non scontati, come quello che, riportando le donne in cucina, ripropone la divisione dei compiti sociali e famigliari. Il saggio, “Nelle mani delle donne – nutrire, guarire, avvelenare dal Medioevo ad oggi” (Editori Laterza), ricostruisce storicamente e culturalmente la voglia di mettersi a cucinare, espressa  da una generazione di donne non più costretta a farlo quotidianamente e analizza il fenomeno che ha portato nelle librerie metri di scaffali occupati da libri di ricette e di ricordi legati a ricette ed anche a riletture di fasi storiche o di produzioni letterarie a partire dai cibi. L’autrice si chiede: “Cosa c’è di naturale in queste relazioni fra donne e cibi, e cosa e quanto è invece esito di una costruzione secolare?”
Scopo dell’analisi è quello di raccontare come sono andate le cose fino a non molto tempo fa, affinchè si preservi quello che è stato faticosamente conquistato e si recuperi quello che sembra di aver perduto.  Un testo rigoroso e ben documentato che aggiunge al cibo messo in tavola il sapore della libertà e della conoscenza. “Nella storia – scrive l’autrice – per secoli le donne hanno cucinato molto e scritto poco e quelle che scrivevano, e non di cucina, in genere non cucinavano proprio. Oggi si parla ossessivamente del cibo che tende a inseguire uomini e donne, colpiti da un’obesità che caratterizza soprattutto le classi meno abbienti. Una contraddizione da non sottacere riguarda il fatto che nelle classifiche dei libri più venduti compaiono insieme libri di ricette e libri di diete, con una schizofrenia della politica editoriale che corrisponde ad una incoerenza di messaggi proposti e di comportamenti praticati.”
 
IL POSTO DEI MIRACOLI
Protagonista del  delicato e intenso romanzo, Il posto dei miracoli, è Judith, una bambina di dieci anni, presa di mira dai compagni e minacciata di vedere la propria testa infilata nel water della scuola. Una bambina che cresce  in un mondo di divieti, un mondo di bibliche punizioni dove la fantasia è un peccato e le cose servono solamente e non parlano. Suo padre è un ardente «Fratello» di una setta millenarista che obbliga i suoi membri al proselitismo porta a porta in attesa dell'Armageddon che spazzerà via il mondo e trasporterà i pochi salvati nella Terra Promessa. Judith è felice solo quando, rinchiusa nella solitudine e nell’estensione limitata della sua stanza, può creare cose, dare vita ad un mondo - da lei rinominato la Terra dell’Adornamento - in tutto e per tutto simile a quello reale, ma fatto di resti che nessuno vuole e soggetto unicamente alle sue regole. Qui può dare libero sfogo alla sua fantasia, credere che Dio le abbia concesso il dono di fare miracoli, dialogare con Lui e immaginare di poter davvero determinare il corso degli eventi: lo zucchero spolverato sui tetti della Terra dell’Adornamento non sarà altro che la prefigurazione della neve che l’indomani imbiancherà il paese, poco importa se non sempre tutto va per il meglio, l’importante è avere fede e continuare a sperare. Grace McCleen racconta la storia di un’infanzia solitaria e contratta, la lotta interiore di una bambina che cerca a tutti i costi un modo per difendersi da una realtà oppressiva e ottusa, fatta di sette, di luoghi comuni, di anaffettività e provincialismo. Da qui la costruzione di un mondo fatto d’immaginazione e simboli quale unica alternativa per sopravvivere in una realtà priva di senso. 
 
INVISIBILE E’ LA TUA VERA PATRIA
E’ uscito ieri il nuovo reportage narrativo di Giancarlo Liviano d’Arcangelo dal titolo “Invisibile è la tua vera patria “, (Il Saggiatore) il cui sottotitolo (Reportage dal declino Luoghi e vite di un’industria italiana che non c’è più) fornisce una chiara chiave di lettura di un testo necessario per comprendere il nostro tempo, caratterizzato da una vera e propria mutazione antropologica e sociale.  Un testo da leggere e, soprattutto, fare nostro con lo spirito che accompagna i bambini alle prese con l’apprendimento dell’alfabeto, quella  meravigliosa alchimia che nel corso degli anni ci permetterà di dare corpo e sostanza alle parole e, dalle parole, ai fatti, ai fenomeni che si verificano attorno a noi. Sette i capitoli nei quali si articola il dettagliato e accorato saggio di Liviano D’Arcangelo: Il buio e la luce a Taranto;  Attacco al sole; La città dell’uomo;  Camelot sull’Adda; L’isola del tesoro; Viaggio al termine della notte;  Eclissi di luna. Pagine nate da viaggi e visite dirette sui luoghi dismessi o in agonia. Un libro, quindi,  “fatto di luoghi”, corredato di foto,  che ha preso vita “attraverso lo scambio di visioni, ricordi,  ospitalità, consigli, dritte, doni e amicizia”, come annota l’autore stesso nella pagina dei ringraziamenti. Un testo scritto con rabbia e  delusione, “per un’industrializzazione selvaggia – così come ci fa notare – scriteriata, come dimostra il fallimento dopo appena cinquant’anni.” Un testo costruito con rigore e onestà intellettuale, che permette di distinguere la fase del capitalismo etico, quando cioè  la merce per generare il suo valore di scambio doveva avere un valore d’uso reale, da un capitalismo efferato, nel quale la merce circola come simbolo e nasconde  i rapporti sociali fondati sul dominio.
 


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