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COMIKANDO UNA RISATA VI SEPPELLIRÀ

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

5
OTT
2012

 

Daniele Sportelli e Elio Angelini, vincitori della XVI edizione del Festival del Cabaret, si spogliano delle vesti di becchini per raccontarci passato, presente e, si spera, un prospero futuro
 
Sono vestiti di nero, hanno un aspetto volutamente mefistofelico, non sorridono e parlano di morte. Eppure non si può fare a meno di scoppiare in un’incontenibile risata dopo ogni loro battuta. Sono Daniele Sportelli e Elio Angelini, in arte Comikando, un duo comico ­– anche se in realtà si tratta di un intero gruppo di persone – che si è fatto conoscere e amare grazie alla sedicesima edizione del Festival del Cabaret, manifestazione di grande successo condotta dagli affiatatissimi Mauro Pulpito, mattatore d’eccezione, e Serena Garitta.
La loro partecipazione al Festival non è passata di certo inosservata; al contrario ha permesso loro di portare a casa un meritatissimo primo posto. L’evento, svoltosi a Martina Franca alla fine di agosto, è durato tre giorni, e nell’ultima serata i Comikando godevano già di un tifo da stadio: un notevole gruppo di persone, infatti, durante la loro esibizione ha mostrato dei cartelli sui quali, neanche a dirlo, emergeva la scritta “Ci fate morire!”. E già, perché l’intero sketch dei becchini, sottotitolo “Da qua all’aldilà”, verteva proprio sul tema della morte, una destinazione obbligatoria che – come loro stessi hanno affermato – «“tocca” a tutti. E tocca non è un verbo messo lì a caso».
Noi di Extra siamo riusciti a intervistarli, e fra una risata e l’altra, abbiamo scoperto le loro aspirazioni.
 
La vostra partecipazione al Festival del Cabaret ha senza dubbio avuto un ottimo esito. Cosa potete dirmi di quell’esperienza?
Daniele: «L’esperienza è stata incredibile. Ci ha colpiti in particolar modo la grande organizzazione e il profondo rispetto che c’era tra tutti noi, sia aspiranti comici in gara, che quelli già affermati, gente assolutamente umile e pronta a darci ogni consiglio e supporto. Le emozioni della vittoria non si possono raccontare, cominci a crederci solo a fari spenti».
Elio: «Esperienza indimenticabile per quanto riguarda le emozioni provate, amplificate, ovviamente, dal risultato conseguito; non sempre, o quasi mai, trovi un'organizzazione di tal livello e una platea così numerosa. Estremamente amichevole e sportivo il clima tra i concorrenti; ma questo, anche se può sembrar strano, è quasi una costante, così come lo è scoprire l'umiltà di professionisti di un certo calibro».
 
Come e con chi avete festeggiato la vittoria?
D.: «Nessun festeggiamento in particolare: solo una splendida cena con gli organizzatori e i colleghi e poi subito rientro a casa da moglie e figli».
E.: «Dobbiamo ancora trovare il tempo per festeggiare nella giusta maniera. Per ora solo tanti caffè e cicchetti con amici e conoscenti».
 
Quelli che avete proposto sono dei personaggi che, normalmente, non si sposano molto con l’ilarità. Voi, tuttavia, avete saputo far ridere su un tema come la morte, attraverso le vostre battute esilaranti. Come è nata l’idea di questi personaggi, e soprattutto quella di affrontare un tema come questo?
D.: «Lo sketch de “I Bekkini” è uno dei tanti che in tre anni di carriera abbiamo proposto nei nostri spettacoli. A tal proposito ricordo che Comikando è un gruppo cabarettistico formato da sette elementi. Lo sketch portato al Festival del Cabaret nasce da una canzone che ho scritto tanti anni fa alla quale ho voluto dare un seguito. Ora la canzone non la presentiamo più, è rimasta la gag. Quando scrivo, cerco di individuare temi che possano riguardare una fetta di pubblico più vasta possibile, e quello della morte certamente tocca tutti (e tocca non è un verbo messo lì a caso, eh!). Tra l’altro con le facce che ci ritroviamo non potevamo mica fare un numero sui centri di bellezza!!».
E.: «Eh, già. Il merito di questi personaggi va senz’altro a Daniele».
 
Il Festival del Cabaret è stato un primo grande passo verso il mondo dello spettacolo. Vi si sono aperte delle porte, grazie alla vostra vittoria?
D.: « Beh, diciamo che grazie alla vittoria in tanti ci hanno notati. Qualcuno ci ha “mostrato delle porte da aprire”; cosa ci sia dietro è ancora un mistero».
E.: «Tanti contatti, molte proposte, innumerevoli idee da sviluppare, speriamo, nel migliore dei modi».
 
Lavorate in coppia da molto tempo o avete anche avuto carriere individuali?
D.: « Io, come già accennato poc’anzi, nasco come cantautore demenziale, animatore di matrimoni e di serenate per gli sposi, ma sempre in chiave cabarettistica: dedico canzoni e parodie che raccontano quelli che saranno i loro futuri difetti e, pensate un po’, mi pagano pure! È una soddisfazione, no? Inoltre amo scrivere  quelle che io chiamo “fesserie” da tanti anni. Da tre, appunto, ho messo su questa compagnia, Comikando, con la quale ho già realizzato e proposto nella nostra zona, in diversi teatri, tre spettacoli interamente scritti dal sottoscritto. Elio, invece, viene dal teatro amatoriale locale. Vanta la partecipazione da attore principale a una ventina di commedie proposte sempre nel nostro territorio.»
E.: «Oltre vent'anni fa, eravamo già una coppia, "artisticamente" parlando, si intende! Facevamo cabaret per radio presentando un'infinita serie di personaggi, oltre a coinvolgere in situazioni burlesche una fetta non indifferente della popolazione dei nostri paesi. In seguito ci siamo separati e io, come ha detto bene Daniele, mi sono dedicato al teatro. Il resto è storia».
 
Data la vostra vena comica, evidente anche nelle risposte date finora, provo a mettervi un po’ in difficoltà. Ognuno di voi mi dica pregi e difetti dell’altro.
D.: « I difetti di Elio? L’eccessiva calma, i bioritmi lentissimi. In pratica è il mio esatto contrario: io ho poca pazienza, ansia e smania di perfezionismo».
E.: «Siamo da sempre amici con la A maiuscola, cioè di quelli che non si trovano facilmente e si contano sulle dita di una mano. Non abbiamo, almeno per ora e non credo che potrà succedere in futuro, mai litigato. Daniele è una persona davvero buona; è sempre disponibile quando hai bisogno di una mano e di un supporto di qualsiasi genere. Caratterialmente, beh… è un po' particolare. Difetti? (sussurrando) poi te li racconto in un'altra intervista perché servirebbero diverse pagine». 
 
Quali altri personaggi sono nati dalla vostra fervida fantasia?
D.: «Tanti: il cantante degli innamorati, i poeti del sesso, il politico atipico “Oscar Paro”, il prete moderno e moltissimi altri ancora».
E.: «Politici, poeti, preti, bamboccioni, suore, militari, dj, e tanti altri, ovviamente tutti sui "generis"».
 
A quali comici vi ispirate?
D.: «Oh, sono molti i professionisti dai quali traggo ispirazione, a cominciare dagli adorati Toti e Tata, fino a Patrucco, Brignano, Pablo e Pedro, etc. C’è da imparare da ognuno di loro.»
E.: « Io, personalmente, non mi ispiro a nessuno per cause di forza maggiore, perché sono costretto a interpretare figure molto diverse tra loro. Per dovere di risposta, come coppia, mi basterebbe lontanamente ispirarmi e fare un millesimo di quello che hanno fatto Ale e Franz».
 
Qual è il vostro obiettivo? Cosa sognate di fare?
D.: «Lavorare divertendoci e divertirci lavorando. Non ci poniamo limiti. Sarebbe fantastico tramutare questa nostra grande passione in un vero e proprio lavoro».
E.: «L'obiettivo è, in primo luogo, far ridere il pubblico in ogni occasione e cercare di farlo diventare una professione a tutti gli effetti, indipendentemente dalle platee dinanzi alle quali ci esibiamo. Il sogno è, ovviamente, una ribalta nazionale che ci gratifichi e ci ricompensi, e non necessariamente sotto l'aspetto economico, in relazione all'impegno profuso negli anni».
 
Cosa vi riserva invece l’immediato futuro? Ci sono progetti in vista?
D. e E.: «Attualmente siamo impegnati nelle prove per il prossimo spettacolo, che si intitola “Cantiere Comikando 3: Crisi, crismi e crisantemi”. Sarà presentato in anteprima al teatro Socrate di Castellana Grotte nei giorni 9-10 -11 novembre. Quel che succederà dopo non si sa… sempre che ci si arrivi al dopo: parola di Bekkini!».


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