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Sono il padre di un mostro

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

2
AGO
2018

"Oltre al dolore di invecchiare da soli, abbiamo il peso della sua colpa": la drammatica testimonianza di un genitore che ha visto il proprio figlio macchiarsi del crimine più orrendo, uccidere quella che è stata la sua compagna

Sono il padre di un mostro. Sì, avete presente quelle storie terribili che si leggono in cronaca: “Uccide la ex compagna e poi si suicida”. Ecco, mio figlio appartiene a questa drammatica categoria. Dovrei dire "apparteneva" perché dopo aver ammazzato la sua ex moglie, l’ha raggiunta subito. Cosa rimane? Solo dolore, soltanto una cappa spessa come una montagna. Il male provocato non ha scusanti, non ha giustificazioni. Io non lo so cosa sia successo nella testa del mio ragazzo. Io l’ho cresciuto come meglio potevo, l’ho sgridato quando faceva marachelle e l’ho perdonato quando si pentiva. Non ho mai preteso di essere stato il padre migliore del mondo. Io l’ho semplicemente amato. Non è questo il nostro compito? Non ha mai dato segni di squilibrio, non è mai stato nemmeno violento. Eppure ha compiuto il peggiore dei gesti, ha sottratto la vita a una donna che aveva amato. Io sono un operaio in pensione, non ho studiato. Ho solo cercato di dare quello che avevo, ho solo cercato di insegnare quello che la vita aveva riservato a me. Ora tutti lo chiamano “assassino, mostro”, gli augurano di bruciare all’inferno. Se fossi il padre di questa povera donna lo penserei anche io. Ma io non posso, non posso augurare l’inferno a mio figlio anche se ha compiuto un gesto talmente orrendo da togliermi il fiato. Se chiudo gli occhi e lo penso, lo ricordo con i pantaloncini corti, rossi, che  mi correva incontro quando tornavo dal lavoro. Se mi appello ai ricordi, lo vedo impacciato alla laurea, la prima della nostra famiglia. Anche gli assassini hanno avuto una vita, normale, hanno avuto dei genitori. Ora invece devo proteggere mia moglie dagli insulti di sconosciuti che non immaginano nemmeno che l’inferno è qui, ora. Persone che si permettono di condannare tutti noi solo per essere la sua famiglia. Tutti giudici insindacabili. Essere cosi odiati è già di per sè una punizione.  Il funerale della mia povera nuora era pieno di gente che giustamente l’hanno rimpianta.  C'erano tutti, autorità, famigliari e semplici sconosciuti che volevano soltanto testimoniare l’amarezza di una morte assurda. Era una ragazza per bene, con mio figlio sono stati insieme tanti anni, fin dalla scuola. Sposarsi sembrava naturale a tutti. Guardo ora le foto e mi sembra impossibile quello che è accaduto. Eravamo tutti felici, se avessi una macchina del tempo tornerei a quel giorno per restare sempre lì. Sospesi in quelle 24 ore di felicità pura.  Ora leggo di specialisti che hanno tutte ipotesi sul perché sul come. Il funerale di mio figlio si è svolto in una località segreta. Per trovare un prete disposto a farlo abbiamo cercato a lungo. Nessuno voleva avere a che fare con lui... con noi. Eravamo in pochissimi, perché anche i nostri stessi parenti si sono allontanati. Qualcuno addirittura ha detto che in fondo la colpa è nostra perché non abbiamo saputo vedere. Ma vedere cosa!?!?!? Ma davvero pensate che se avessimo capito le intenzioni non saremmo intervenuti? Davvero credete che non avremmo fatto nulla per fermare questa follia?
Ci sono vite che si interrompono così, senza motivo, poi ci sono altre vite che smettono di essere tali, proprio in conseguenza alla follia. E' faclie puntare il dito, tanto nel giro di qualche settimana, anche questo finirà nel calderone delle statistiche. Numeri impressionanti che non danno la giusta idea della disperazione che lascia dietro di sè. Dall'inizio dell'anno, tot morti, tot numeri. Non è stato un gesto legato all'amore, non so nemmeno io cosa sia stato.
Noi siamo vivi, respiriamo, dormiamo, mangiamo. Ma la nostra vita non esiste più. Quella che voi vedete scorrere tutti i giorni, per noi non ha senso. Siamo in una bolla sospesa e la cosa peggiore è che niente o nessuno potrà mai farci uscire da qui. Sono il padre di un mostro, in questa storia abbiamo perso tutti. Noi di più perché la mano che ha dato il via a questa tragedia apparteneva a lui. Oltre al dolore di invecchiare da soli, abbiamo il peso della sua colpa. Sono il padre di un mostro, ma prima di tutto era mio figlio. Non chiedetemi di odiarlo perché non ci riuscirò mai. Non chiedetemi di perdonarlo. Non chiedetemi nulla. Lasciateci nell’oblio.



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