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I LEUCASPIDI/SIAMO IL CAMBIAMENTO CHE VOGLIAMO

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

3
GEN
2014
La neonata associazione, presieduta da Michele Genga, sta portando una ventata di positive manifestazioni per il territorio ionico e in particolare per quello stattese. Per conoscerla più da vicino abbiamo fatto quattro chiacchiere con Pasquale Bello, vicepresidente e responsabile delle relazioni esterne
 
Quando ci troviamo dinanzi a qualcosa che non ci piace o che non va per il verso giusto, ci sono due modi per affrontarla: restarsene lì immobili a guardare o rimboccarsi le maniche e provare a cambiarla. Senz’altro, io appartengo alla seconda categoria di persone e come me ne fanno parte i nove cittadini che a maggio scorso hanno fondato l’associazione “I Leucaspidi”.
Nonostante sia nato da pochissimo, questo gruppo di attivissimi stattesi ha dato prova di ottime abilità organizzative, proponendo, nel giro di pochi mesi, una serie di manifestazioni che hanno riscontrato il parere positivo dei partecipanti. 
Pasquale Bello, vicepresidente e responsabile delle relazioni esterne, ci racconta sogni, ambizioni e speranze dei Leucaspidi.
 
Quando e come nasce l’associazione I Leucaspidi?
«L'associazione “I Leucaspidi” nasce di fatto a maggio, quando nove persone, tra giovani e meno giovani, hanno deciso quasi per caso di iniziare un percorso associativo. Gente di diversa estrazione sociale, dipendenti Ilva, pensionati, imprenditori e commercianti di Statte. Ovviamente non manca la componente degli "in cerca di lavoro" e delle giovani coppie che hanno buttato il cuore oltre l'ostacolo decidendo, nonostante la crisi e la precarietà del lavoro, di mettere su famiglia, credendo fortemente, come tutti noi, in questo primordiale nucleo di società.»
 
Di cosa vi occupate?
«Ci occupiamo di Statte, della riscoperta del territorio e della promozione delle bellezze che abbiamo sul territorio. Ci occupiamo di cultura, trattando le problematiche di una terra martoriata dall'uomo e dalla natura, ma che riesce a far emergere sempre una grandissima voglia di riscatto. In un futuro non tanto prossimo, ci immergeremo nel sociale organizzando momenti di incontro tra i cittadini per dare sostegno alle fasce più deboli, cercando di mettere a loro disposizione le nostre competenze, così come quelle di tanti professionisti che hanno sposato il nostro progetto e sono prontissimi per questa nuova ed entusiasmante avventura. Avremo un team di commercialisti e avvocati pronti a dare una prima assistenza gratuita ai cittadini sempre più invischiati nelle assurde burocrazie di cui è vittima la nostra società.»
 
Quali sono gli eventi che hanno riscosso maggiore seguito o che hanno avuto un significato particolare per voi?
«Abbiamo iniziato in sordina con la presentazione di un libro molto discusso: “Acciaiomare” di Angelo Mellone. Lo abbiamo voluto fortemente, poiché condivisibile su molti aspetti. Sapevamo però che avremmo subito critiche e polemiche, ma sicuramente, per onestà intellettuale, Taranto senza la metalmeccanica (e includo anche la navalmeccanica) non avrebbe avuto uno sviluppo così importante. Ci serviva iniziare "col botto" e come operazione di marketing diciamo che è andata a buon fine. Collegata alla questione Ilva, l'evento più importante di questa estate è stato la riproposizione della messa all'Abbazia di Mater Gratiae, dove storia, tradizioni, memoria popolare e voglia di riscatto si sono racchiusi in una data indimenticabile, il 2 luglio, proprio come tantissimi anni fa.»
 
La vostra attività è orientata prevalentemente al territorio stattese. Quali sono i pregi e i difetti del nostro paese?
«Proveniamo da I Leucaspidi, falange armata che s' accampava nelle nostre gravine. Non potremmo che occuparci di Statte. Permettimi di risponderti parafrasando uno dei più importanti uomini italiani, Paolo Borsellino: “Statte non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla”. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare. Abbiamo tanti punti di forza ma anche tante debolezze. Vogliamo essere un esempio di cittadinanza attiva capace di mettere in risalto le nostre qualità, e al contempo progettare e trasformare le note negative in opportunità di crescita. Un percorso lungo e travagliato che si scontra con chi vuole che le cose rimangano così come sono, denigrando la nostra volontà e la nostra caparbietà, dimenticando che siamo Leucaspidi.»
 
Qual è il vostro obiettivo principale? Cosa vi sta a cuore?
«Il nostro obiettivo principale è quello di vivere al 100% la comunità stattese. Ci piacerebbe vedere un paese più attivo, più partecipe e che si scrolli di dosso la nomea di quartiere dormitorio e sobborgo tarantino. Dal 28 novembre scorso, però, le cose stanno cambiando. La gente è presente, vive di più in paese e si interessa al territorio. Forse abbiamo imboccato la strada giusta, se vogliamo il cambiamento, continuiamo a percorrerla senza tentennamenti.»
 
Questa sera ci sarà il mercatino di Natale, o meglio il terzo appuntamento di questa bella manifestazione.
«I Mercatini di Natale sono stati la prova del nove per il gruppo. 22 novembre, 6 dicembre e, appunto, questa sera, 20 dicembre, abbiamo ridato vita finalmente al centro storico. Nonostante le mille difficoltà, le numerose tensioni e i tanti problemi abbiamo creato un evento, ripetibile negli anni, che ha portato tanti sorrisi, soprattutto tra i più piccoli. Vederli emozionarsi al cospetto di Babbo Natale ci ha ripagato di tutti i sacrifici. Una boccata d'ossigeno anche per i commercianti del centro storico che hanno avuto l'opportunità di mostrare la loro bravura e la loro dedizione. Quella di stasera sarà la giornata di chiusura, siamo pronti a stupirvi, ma non vi anticipo nulla poiché non è Natale senza sorprese. Vi aspettiamo numerosi!»
 
Quali sono i vostri prossimi progetti?
«I prossimi progetti sono in cantiere. Lavoriamo per promuovere il territorio e per essere vicini ai cittadini. Promuoveremo Statte, il nostro commercio, le nostre eccellenze e le nostre strutture. Vi anticipo solo che vi porteremo nella nostra Casa, la splendida Masseria Leucaspide, una struttura che merita di essere conosciuta dagli Stattesi e non solo. Può sembrare strano, ma crediamo che a Statte si possa fare turismo, quello serio. Basta farsi un giro in gravina la domenica mattina, per cominciare a sognare. Forse saremo dei pazzi visionari, ma ci crediamo.»
 


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