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PAROLE CHE CANTANO

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

4
MAR
2014
Letto in controluce, Sanremo è la filigrana dell’Italia, “il paese dei mandolinisti”, come scrisse nel 1968 Ennio Flaiano commentando proprio il Festival che quell’anno fu seguito da 22 milioni di telespettatori. Le sue non furono parole dolci: “La verità è che a me lo spettacolo, non so più se ridicolo o penoso, di quella gente che urla canzoni molto stupide e quasi tutte uguali, lo spettacolo mi è parso di vecchi. Comunque, se la gioventù è questa, tenetevela. Non ho mai visto niente di più anchilosato, rabberciato, futile, vanitoso, lercio e interessato. Nessuna idea, nelle parole e nei motivi. Nessuna idea nelle interpretazioni. … So bene che è inutile lamentarsi sui risultati di una politica produzione-consumo. Interessi economici molto forti possono modificare non soltanto il gusto, ma la biologia di un popolo che cade in questa impasse.” Il duro quanto profetico giudizio di Flaiano mette i brividi. Brividi che assumono un’intensità maggiore se incrociamo l’evento canoro alla “svolta” politica avvenuta proprio negli stessi giorni della 64ma edizione del Festival. Il disagio esistenziale espresso da Arisa, che si manifesta attraverso un viaggiare “controvento” con la poco rassicurante certezza che solo il “tempo sa come e quando finirà”, trova corrispondenza nelle parole di Gualazzi, in quel “liberi o no” che evoca la sovrana indifferenza figlia della consapevolezza che, appunto, “liberi o no” gli uomini e le donne agiscono, amano e perdono, in un mondo che si trasforma per proprio conto, imprevedibilmente. Un mondo “indifferente”, come lo definisce Rubino, per il quale nemmeno i sogni aiutano e le paure incalzano gravate dal peso di una società frenetica e “senza bellezza” che giudica e mette i voti, paralizzando il pensiero e distruggendo i volti. 
Una postilla, in chiusura del nostro commento. Se la Puglia, il Mezzogiorno si sono conquistati la ribalta del palcoscenico canoro, del Meridione non c’è traccia nel nuovo governo, fatta eccezione per Maria Carmela Lanzetta. Nel giro di un anno Campania e Puglia hanno perso quattro ministri. E allora è proprio il caso di dire: non ci resta che cantare.
 
ARISA
CONTROVENTO di Giuseppe Anastasi
Io non credo nei miracoli, meglio che ti liberi meglio che ti guardi dentro
Questa vita lascia i lividi questa mette i brividi certe volte è più un combattimento
C’è quel vuoto che non sai, che poi non dici mai, che brucia nelle vene come se
Il mondo è contro te e tu non sai il perché, lo so me lo ricordo bene
lo sono qui
Per ascoltare un sogno
Non parlerò
Se non ne avrai bisogno
Ma ci sarò
Perché così mi sento
Accanto a te viaggiando controvento
Risolverò
Magari poco o niente
Ma ci sarò
E questo è l’importante
Acqua sarò
Che spegnerà un momento
Accanto a te viaggiando controvento
Tanto il tempo solo lui lo sa, quando e come finirà
La tua sofferenza e il tuo lamento
C’è quel vuoto che non sai che poi non dici mai
Che brucia nelle vene come se
Il mondo è contro te e tu non sai il perché
Lo so me lo ricordo bene
lo sono qui
Per ascoltare un sogno
Non parlerò
Se non ne avrai bisogno
Ma ci sarò
Perché cosi mi sento
Accanto a te viaggiando controvento
Risolverò
Magari poco o niente
Ma ci sarò
E questo è l’importante
Acqua sarò
Che spegnerà un momento
Accanto a te
Viaggiando controvento
Viaggiando controvento
Viaggiando controvento
Acqua sarò che spegnerà un momento
Accanto a te viaggiando controvento
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RAPHAEL GUALAZZI \THE BLOODY BEETROOTS
LIBERI O NO di R. Gualazzi – B.C. Rifo
Liberi o no
Liberi o no
Liberi o no
Liberi o no
Come vorrei sentirti viva in un’immagine
Un’alba limpida vivrei
Come potrei restare in questa terra immobile
Il suono vive dentro me
E come un brivido
Ti prende e ti trasforma
Il mondo libero
Si accende fino all’ombra
Come un brivido
Che cambia e si trasforma
Un mondo libero
Splende in noi
Dove sarei
Se l’orizzonte fosse un argine
Un’onda libera vorrei
La terra gira intorno
E segue le sue regole
Mentre io giro intorno a te
Libero
Il mondo si trasforma
E con un brivido
Si accende fino all’ombra
Come un brivido
Che cambia e si trasforma
Un mondo libero
Splende in noi
Dimmi siamo liberi o no
Dalle favole
Siamo liberi o no
Dalle parabole
Liberi o no
Dalle prediche
Siamo liberi o no
Dalle polemiche
Liberi o no
Dall’abitudine
Liberi o no
Dal convenevole
Liberi o no
Dal controllabile
Liberi o no
Dal prevedibile
Liberi o no
Io voglio credere
Liberi o no
Nell’impossibile
Liberi o no
Sfiorare l’anima
Liberi o no
Amarti e perdermi
Libero
Il mondo si trasforma
Con un brivido
Si accende fino all’ombra
Il mondo è libero
Un sogno ci trasforma
E questo brivido
Siamo noi
 
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RENZO RUBINO
ORA di O. Rubino/ A. Rodini
Se solo si potessero inventare le stelle

Nelle gallerie indifferenti delle metro

Smetterei di aver paura di correre

Per andare chissà dove

Ogni volta che mi specchierò

E guarderò lontano

Incrocerò lo sguardo sognante di un bambino

Vorrei dirgli tutto ciò è niente

Lascia perdere

Sognare non aiuta

Ho visto il frantumarsi di ogni cosa

Soprattutto il desiderio di morderle le labbra

Dopo una carezza sbagliata

Di una vita azzardata

Sospeso sulla corda

Ora che stai pensando

Fermati e datti un voto

Tremano le gambe sto cadendo

Vorrei svegliarmi a mezzogiorno

Di una vita senza fretta

Ora che stai pensando

Fermati e datti un voto

Paura di non essere il migliore

Paura di non fare

Paura di partire

Perché partire è scappare

Potrei concedermi un momento per riposare

Io voglio sentirmi libero di contemplare il mare

Ti prego solo per stanotte resta con me

Io non mi so concedere

Ma la più grande colpa sarà sentirmi in colpa

Potrei singhiozzare tirare calci o morire

Deve restare tutto uguale

Anche se uguale per me è impazzire

Ora che stai impazzendo

Fermati e datti un volto

Affondo lentamente e non me ne accorgo

Distrattamente sta finendo
La mia vita senza bellezza

Ora che stai pensando

Fermati e datti un voto

Ora che stai pensando

Fermati e datti un voto

Ora che stai reagendo

Fermati e datti un voto un voto

[un voto un voto un volto].


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