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Marina Franca/Ritorno alla terra

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

2
DIC
2014

Il sindaco, Franco Ancona, sottoscriverà domani il Protocollo d'Intesa dell'interessante progetto "Orto in Condotta", promosso dalla Cooperativa Sociale "Progetto Popolare" e dalla Condotta Slow Food di Alberobello e Valle d'Itria, con la collaborazione del Comune di Martina Franca, l’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” e l’Associazione Artigiana di Mutuo Soccorso.

 

La presentazione del progetto si terrà mercoledì  3 dicembre 2014 - alle ore 18:00 - presso il salone di rappresentanza dell’associazione Artigiana di Mutuo Soccorso di Martina Franca, alla presenza di: Giuseppe Domenico LILLO (presidente dell’Associazione Artigiana di Mutuo Soccorso), Franco ANCONA (sindaco di Martina Franca), Donatella INFANTE (assessore alle Politiche Sociali), Pino CARAMIA (fiduciario della condotta Slow Food Alberobello e Valle d’Itria), Flora SAPONARI (la referente Slow Food del progetto), Giuseppe SALLUCE (Presidente della Coop. Sociale PROGETTO POPOLARE) e Maria BLONDA (direttrice dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII”).

 

“Tornare alla terra per produrre nuova occupazione, ridurre gli sprechi, consumare meno energia per produrre cibo. In poche parole cambiare il modello alimentare mettendo la sostenibilità al centro”. Questa è la “ricetta” suggerita da Carlo Petrini, presidente internazionale di Slow Food,  per superare la crisi planetaria definita ‘entropica’ che stiamo attraversando, e che ben si concretizza nel progetto “ORTO IN CONDOTTA” che la cooperativa sociale PROGETTO POPOLARE Onlus e la condotta Slow Food Alberobello e Valle d’Itria intendono realizzare presso l’appezzamento di terra in Via Spartacavaluzzo a Martina Franca, con la collaborazione del Comune di Martina Franca, l’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” e l’Associazione Artigiana di Mutuo Soccorso.

È risaputo che quella in cui viviamo è la società dei consumi, tutto è fatto per essere consumato in fretta e gettato altrettanto rapidamente. Il modo disordinato e precipitoso con cui ci nutriamo rispecchia pienamente questo stile di vita: nessuno si prende più il tempo di porsi delle domande di fronte ad uno scaffale del supermercato o di fronte ad un piatto già preparato. Come se le nostre azioni quotidiane non influissero sui meccanismi del mercato, non avessero ripercussioni sulla nostra salute, non rappresentassero una parte importante della nostra cultura.

Slow Food si è schierata da tempo dalla parte del mangiar bene, del recupero dei vecchi saperi e dei piatti tradizionali. Oggi però la nostra Associazione ritiene che si debba fare un passo ulteriore, che coinvolga non solo i grandi ma anche i soggetti  più deboli della nostra società nonché i piccoli scolari che hanno ancora un mondo da scoprire : cambiare le nostre abitudini alimentari quotidiane cercando di avvicinarle ai concetti del buono, pulito e giusto.

Cosa significano questi principi e in quale modo si possono attuare?

Gli utenti del Centro Diurno, i bambini e gli anziani, che si vuole coinvolgere in questo progetto devono essere considerati nel loro ruolo di consumatori, o, come preferiremmo chiamarli, di coproduttori, le cui scelte dipendono non solo dall’esempio fornito loro dai “grandi”, ma, ahimè, anche dalla pubblicità e dalle influenze di amici e conoscenti. Avvicinarli alla terra facendo loro coltivare dei frutti e delle verdure più o meno conosciuti è un modo per educarli alla varietà, alla stagionalità, ai metodi di coltivazione biologici e biodinamici, al rispetto della natura e di tutte le creature viventi, ad incuriosirsi per ciò che è diverso e ad assaggiare ciò che loro stessi coltivano. Per Slow

Food l’orto è uno strumento per far diventare il consumatore un coproduttore, cioè un cittadino consapevole che le sue scelte d’acquisto hanno delle ripercussioni sul mondo che lo circonda, in primo luogo tra gli agricoltori e gli allevatori.

Gli stimoli che intendiamo dare con il progetto Orto in Condotta vanno nella direzione del buono, del pulito e del giusto, perché trasmettiamo loro l’idea che ciò che è coltivato in maniera non intensiva, che è raccolto al momento giusto e non fa centinaia di chilometri per arrivare a destinazione, non può che essere organoletticamente più buono ed ecologicamente più sostenibile. Il concetto di responsabilità verso l’ambiente e verso il prossimo viene trasmesso attraverso il lavoro di gruppo nell’orto e la cura che ogni soggetto deve avere della propria piantina.

Ci piace pensare che degli stimoli educativi di questo tipo possano insegnare qualcosa agli utenti coinvolti del Centro Diurno, ma anche alla comunità a cui queste persone appartengono. Il coinvolgimento più o meno diretto di queste persone, il contatto con i bambini e i nonni ortolani che li aiutano nell’orto, l’interazione con alcuni operatori del settore agroalimentare aprono la realtà dell’Orto in Condotta a scambi con l’esterno, con la comunità che deve imparare insieme a loro a consumare in modo più consapevole a partire dalle loro mense collettive.

Il Centro Diurno svolge già da due anni la propria azione riabilitativa attraverso l’attività di coltivazione di un orto urbano suscitando un notevole interesse negli utenti coinvolti che con questo progetto potranno essere ulteriormente motivati e stimolati dal contatto diretto con i piccoli dell’Istituto “Giovanni XXIII” e gli anziani dell’Associazione Artigiana di Mutuo Soccorso: grandi e piccoli insieme per gioire dei prodotti offerti dalla natura con la coltivazione dell’orto. "

 

Foto: www.vitadadonna.com



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