Di lui la cronaca se ne era già occupata nel 2003 quando fu condannato per "associazione per delinquere finalizzata alle estorsioni poiché d'accordo con esponenti criminali di rilievo, con il ricorso al metodo della sopraffazione e della violenza, aveva imposto a molti commercianti la fornitura degli apparati tecnici da gioco elettronico". Oggi Matteo Fornelli, imprenditore barese operante nel settore del gioco d’azzardo, è tornato alla ribalta perché i Carabinieri del Comando provinciale di Bari gli hanno sequestrato beni per oltre 8milioni di euro. Di tutto rispetto l’elenco dei beni sequestrati, fornito dai Carabinieri: una società immobiliare, una operante nel campo della ristorazione, un'altra che gestisce i servizi di portierato, un fabbricato situato nella zona industriale di Bari, dodici automezzi, sei disponibilità finanziarie e due aziende (una a Bari e una a Lanciano) che si occupano della produzione e commercializzazione di slot machine.
A conclusione delle indagini, i Carabinieri del Reparto Operativo di Bari hanno dimostrato che il patrimonio accumulato dall'imprenditore, già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, è stato realizzato attraverso il reimpiego di proventi derivanti da attività illecite; in pratica il Fornelli, dopo la condanna del 2003, è riuscito a riciclarsi nel tessuto economico di Bari grazie la costituzione e la gestione di diverse società, tutte intestate formalmente a "teste di legno" e familiari.
Il decreto di sequestro, emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari su richiesta della Procura, è stato disposto in base alla normativa entrata in vigore, nel 2011, con il codice antimafia.