Assicurato alla giustizia in meno di 24 ore l’omicida, resta ancora da capire la causa scatenante dell’efferato omicidio di Martino Aquaro.
La conferenza stampa di ieri sera è servita più per dare il giusto merito allo straordinario lavoro svolto dagli encomiabili uomini del Commissariato di Martina Franca, coordinati dal dottor Francesco Salmieri, che ad avere certezze su quello che in realtà è successo in quel maledetto sabato pomeriggio.
C’è un presunto colpevole (fortemente indiziato), Angelo Semeraro, ci sono le armi utilizzate per uccidere, un coltello e un manico di scopa, ma ancora non c’è certezza del perché.
La cronaca inizia dal fermo al quale si è arrivati partendo dalle riprese di una telecamera di sicurezza (posta nei pressi del luogo dell’omicidio) che hanno immortalato Angelo Semeraro nel lasso di tempo compreso tra le 12:00 e le 17:00 di sabato (ovvero l’ora d’arrivo della vittima e la scoperta del suo cadavere).
A quel punto gli investigatori sono partiti subito alla ricerca del Semeraro, rintracciandolo a casa sua dove sono state rinvenute anche una serie di prove a suo carico: le tracce di sangue sulla gamba destra di un paio di jeans, che l’uomo aveva lavato, sulle suole delle scarpe e su un giubbotto. Se quel sangue apparteneva a Martino Aquaro, saranno le analisi cliniche a confermarlo. Oltre a questi indumenti nella perquisizione sono state trovate anche le armi del delitto (una parte del bastone con il quale l’omicida avrebbe colpito ripetutamente la vittima e un coltello utilizzato nelle fasi di colluttazione) oltre a un lenzuolo sporco di sangue sul quale però, da parte degli inquirenti, c’è il massimo riserbo sul reale utilizzo durante o nelle fasi precedenti il delitto.
“Capirete che non possiamo entrare in particolari specifici, perché ce lo vieta ancora la necessità di salvaguardare il segreto istruttorio” è stata la chiusura dell’intervento del procuratore Franco Sebastio che così ha “elegantemente” anticipato ogni rifiuto di risposta alle successive domande.
Il questore Mangini invece, in un parallelismo con l’omicidio di Marianna Brigida, ha ipotizzato la possibilità di uno scenario diverso dal furto: “nel caso della signora Brigida l’episodio era chiaramente un’idea di furto; la signora si svegliò mentre era in corso un furto e a seguito di questo fatto le fu posto il cuscino sul volto. Nel caso specifico non è del tutto acclarata l’ipotesi del furto.”
Ma alla domanda su quale possa essere l’alternativa al furto, le bocche tornato a chiudersi.
Tanto riserbo lascia intendere che le indagini non escluderebbero qualche sorpresa (come il fatto che i due, in qualche modo già da tempo si conoscessero) che potrebbe arrivare già dall’esame autoptico, disposto sul corpo della vittima, e dalle ulteriori dichiarazioni che Angelo Semeraro, difeso dall’avvocato Luigi Palmieri, renderà nelle prossime ore.