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Un orrore che riguarda anche noi

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

29
GIU
2017

Anche se geograficamente molto lontano, la tradizione cinese di mangiare carne di cane non può lasciarci indifferenti. Da Cagliari Davide Acito porta avanti la sua battaglia attiva. Da Martina Franca Umberto D'Erasmo si appella alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica

Ogni anno, 15.000 cani in Cina vengono massacrati con la convinzione che mangiare la loro carne aiuterà le persone ad allontanare la calura estiva. Yulin non è l’unica città cinese a macchiarsi le mani, ma sicuramente è sotto gli occhi del mondo per il noto Festival. La morte delle povere e indifese vittime è volutamente cagionata con terrore e violenza, perché si ritiene che la scarica di adrenalina prodotta dalla paura renda la loro carne più tenera e gustosa.
Il festival del massacro dura 10 giorni, ma in realtà comincia prima, quando molti cani sono  detenuti in gabbie, picchiati, scuoiati e bolliti vivi in occasione del Festival. Festival o tradizione obsoleta? Essa è caratterizzata semplicemente da violenza e massacro che mette sotto una cattiva luce la popolazione cinese. Fortunatamente altre città si discostano dalle tradizioni di questo tipo, tant’è che nel 2017 il Taiwan è diventato il primo Paese in Asia ad imporre una legge che vieta di mangiare carne di cane e gatto. Le nuove generazioni locali, infatti, esprimono forte disaccordo nei confronti del Festival, sottolineando come sia arrivato il momento di abbandonare la tradizione.
In questi giorni in Cina si sono mossi molti attivisti locali per liberare o ricomprare migliaia di animali diretti verso la morte. Tra i tanti volontari-eroi cinesi ci sono Marc Ching, Rita Wong e dall’Italia si è mosso è un ragazzo cagliaritano, Davide Acito, giovane fondatore dell’associazione Action Project Animal che dal 2016 si reca a Yulin per salvare quanti più animali possibile. “Se esiste l’inferno, è questo”. Sono le parole che il giovane Davide Acito ha pronunciato riferendosi alla visione delle raccapriccianti immagini che era costretto a vedere pur di liberare gli animali dal loro destino. Ciò che emerge è il bisogno di sensibilizzare la popolazione cinese e i contribuiti arrivano anche dall’Italia. “Ho avuto modo di conoscere Davide attraverso i social network offrendo un contributo concreto alle missioni del ragazzo in Cina. Non è sufficiente guardare il nostro territorio, la mentalità provinciale di Martina Franca, deve espandersi anche a fenomeni di questo tipo, deve aprirsi a nuove frontiere”, dichiara Umberto D’Erasmo, gestore del canile comunale di Martina Franca. Questo non significa certamente non curarsi di quello che accade nelle nostre città e vi sono volontari e associazioni che dedicano buona parte del loro tempo e del loro denaro all’attivismo locale cercando di combattere fenomeni legati al randagismo e all’abbandono, dovuto spesso alla mancata sterilizzazione da parte dei proprietari di cani e gatti. Ma è altresì importante guardare oltre confine.
Esiste una nota teoria in fisica, detta teoria del caos, secondo cui il battito delle ali di una farfalla può determinare grandi cambiamenti in posti molto distanti. L'orrore del Festival di Yulin riguarda tutti noi pur essendo lontano, ed esso rappresenta un mattatoio approvato dalla consuetudine e dalla tradizione che è tempo di fermare per evitare l’effetto farfalla.
 



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