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Santino e Luciana/Un amore da film

Pubblicato da: Categoria: Curiosità

8
MAR
2018

Cinquant'anni di un matrimonio speciale passato tra le quinte di un cinema teatro che è un'istituzione a Martina Franca

Un amore che dura tutta la vita e un  lavoro, che è soprattutto passione, sono due realtà, due certezze che tutti gli uomini vorrebbero.
Chi, come Santino può affermare di averli avuti entrambi non può che parlarne con soddisfazione e  festeggiare, festeggiare alla grande!
Il mese da poco iniziato gli permette di rivivere e ricordare questi due momenti fondamentali della sua esistenza, il  2 marzo le nozze d’oro, 50 anni di matrimonio con la signora Luciana Semeraro e il 21 marzo, ben 60 anni di attività al Teatro Verdi.
Tante volte abbiamo chiacchierato, parlato di spettacoli teatrali, di grandi attori, di cinema e di come le cose siano radicalmente cambiate negli anni, ma per questa occasione abbiamo pensato che sarebbe stato meglio incontrarci per una vera e propria intervista. Il Teatro Verdi è chiuso, a breve inizieranno i lavori di ristrutturazione, ma lui ogni mattina è lì, così ci accomodiamo nell’accogliente e piccolo studio.
“In questo luogo, tra queste pareti è nato il mio lavoro e il mio amore!”
Esordisce così Santino, che non senza emozione  mi racconta di quando, appena congedato, all’età di 21 anni comincia come tecnico in cabina, sistemando le grandi pellicole nell’altrettanto enorme proiettore e lei, di soli 15 anni, lavorava al bar del cinema. E’ un vero e proprio colpo di fulmine, solo cinque mesi di fidanzamento e poi la fuitina con la messa alle sei del mattino nella Chiesa del Carmine, seguita dal breve ricevimento, come era d’uso all’epoca, a casa con dolcetti e rosolio.
“Nevicava quel giorno, nevicava anche il giorno che abbiamo festeggiato le nozze d’argento, 25 anni fa e anche quando battezzammo l’ultimo figlio nostro”, quest’anno è mancato poco, è stata solo questione di ore, i candidi fiocchi bianchi sono arrivati un po’ prima della data fatidica, ma forse sono scesi  in anticipo per porgere i loro auguri a Santino e Luciana e al loro amore da cui sono nati quattro figli: Maria, Tony, Katia e Roberto.
“Siamo nonni di cinque nipoti stupendi: Anna, Luciana, Alessandra, Matteo e Lorenzo”.
Una famiglia unita e sono proprio i figli che li  ringraziano per essere stati sempre sostegno, pilastro su cui appoggiarsi e, soprattutto, testimonianza che l’amore può durare e che ci si può amare per tanti, tanti anni, affrontando insieme gioie e situazioni liete, ma anche problemi, avversità ed eventuali errori.
“Ci siamo sempre voluti bene. Una conquista continua. Una bellissima famiglia e tanti amici, queste sono le cose  veramente importanti per noi”.
Gli dico che ricordo benissimo il giorno in cui annunciò a tutti che sarebbe andato in pensione e poi al primo spettacolo teatrale lo ritrovai nel foyer.
“Non riesco a stare lontano da qui, è la mia seconda casa. Come ti dicevo, ho cominciato a lavorare giovanissimo, la mattina facevo il sarto e il pomeriggio  lavoravo qui. In realtà prima venivo tutte le sere come spettatore, mi piaceva tanto vedere i film sul grande schermo, così il signor Dilonardo, a cui devo tanto, mi propose di lavorare, era marzo del 1958 e…. sono ancora qui”.
Gli chiedo cosa è cambiato in questi anni e mi risponde: “Tanto. Prima le sale erano sempre piene, di gente e di fumo. Nelle sale si parlava, si commentava. Ora il cinema è per un pubblico più d’elité, per chi non si accontenta dei DVD e della TV. Tecnicamente siamo passati dal proiettore su cui inserivo “la pizza” e mettevo a fuoco manualmente, fidandomi solo dei miei occhi, a ora tutto va automaticamente. Ero operatore, ora sono fiduciario”.
Unica realtà mai mutata per lui, la famiglia Dilonardo, da Paolo a Mimì, per arrivare a Giulio.
Si emoziona quando mi parla degli incontri avvenuti qui, delle persone che ha conosciuto, degli attori che hanno calcato le tavole di questo palcoscenico a cui a stretto la mano, con cui ha chiacchierato: “Totò nel 1961, Eduardo e Peppino De Filippo, Tino Buazzelli, Giorgio Albertazzi, Nino Taranto, i fratelli Giuffrè, Giorgio Gaber, Ernesto Calindri e tanti, tanti altri ancora”.
“Tornando al cinema, il mio attore straniero preferito è Nicolas Cage, tra quelli italiani adoro Pier Francesco Favino”.
Potremmo rimanere a parlare ancora a lungo, ma è ora di pranzo e deve rientrare a casa “ dopo, nel pomeriggio ritorno, il Verdi è la mia vita, a chi mi chiede cosa vorrei in futuro, rispondo che voglio continuare a vivere bene con mia moglie, la mia famiglia e poter stare sempre qui, godermi la pensione al Cinema Teatro Verdi”.
Questo è anche il mio augurio e quello di tutta la nostra redazione: un sipario aperto… 60 anni ancora!!!
 



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