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MONICA GUERRITORE: Tutte le mie donne

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

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LUG
2012

 

Ha interpretato tutte le sfaccettature della femminilità, ha ispirato i maggiori registi italiani e ora sogna un film in Puglia, magari a Martina Franca, dove ha ricevuto il premio “Ricciotto Canudo”
 
Sin dalla sua invenzione il cinema ha sempre catturato l’interesse dei più, configurandosi ben presto come la leggendaria settima arte, quella “officina delle immagini” attraverso la quale le emozioni prendono forma e vengono trasmesse agli spettatori, i quali si lasciano avvolgere e cullare dall’illusione dei fatti rappresentati. Perché di illusione si tratta, così come professò negli anni Venti un grande critico cinematografico pugliese, Ricciotto Canudo, il quale definì quel nuovo straordinario mezzo di espressione una “scrittura di luce” in grado di unire le dimensioni dello spazio e del tempo. Un’arte all’interno della quale si fondono immagini e parole, che come una magia danno vita a un intreccio di storie, di trame e di vite.
Proprio a Ricciotto Canudo, nativo di Gioia del Colle, è stato intitolato un premio indetto dalla Fondazione Nuove Proposte di Martina Franca destinato a tutte quelle personalità che in un modo o nell’altro si sono distinte per le loro doti recitative.
E chi, se non la celeberrima Monica Guerritore, attrice di fama internazionale nota per le sue emozionanti performance in film come “La lupa” o “Sandrine nella pioggia”, poteva ricevere questo ambito e meritatissimo riconoscimento?
Nelle scorse settimane, infatti, l’artista si è recata a Martina Franca per ricevere il premio che le è stato conferito dal presidente della Fondazione Nuove Proposte Elio Greco nel suggestivo scenario del Palazzo ducale. Alla cerimonia, intima ma emozionante, erano presenti il sindaco Franco Ancona e sua moglie, i quali hanno accolto con estrema gioia l’attrice e suo marito, l’ex Presidente della Rai Roberto Zaccaria.
Con l’eleganza di una diva, sobria e bellissima  nel suo completo nero, col volto seminascosto da occhiali da sole e uno splendido cappello di paglia, Monica Guerritore, dopo la cerimonia, ha insistito per visitare il centro storico di Martina Franca, del quale ha osservato con interesse e attenzione ogni edificio, rimanendone straordinariamente colpita e definendo la cittadina come uno degli scenari più belli per un set cinematografico.
 
Lei ha appena ricevuto il premio “Ricciotto Canudo”. Un primo commento, a tal proposito?
«Ne sono sinceramente onorata. Ricevere questo premio è per me una grandissima soddisfazione, poiché si tratta di un riconoscimento alla mia carriera, e pertanto non potrei esserne più felice. Quando ci si dedica con grande passione a qualcosa, è estremamente gratificante apprendere che il proprio lavoro e la propria dedizione non sono passati inosservati. Al contrario sono stati sottoposti a giudizio e ritenuti meritevoli di un tale premio. Ne sono davvero contenta, oltre che molto emozionata. E poi riceverlo in questa splendida cittadina è ancora più piacevole.»
 
Ho notato che si guardava attorno, ammirando i suggestivi vicoli del centro storico.
«Infatti. Sono rimasta molto colpita dalla bellezza da cui siete circondati, ma non solo: questa incredibile cura dei dettagli, queste curve barocche, c’è di che rimanere sbalorditi. Ritengo che sia fondamentale curare la propria città, perché averne cura significa anche dare valore a quello che le civiltà che ci hanno preceduto hanno creato. Significa avere a cuore le proprie radici, la propria storia, gli elementi che contribuiscono a formare l’identità di una popolazione. Ecco, vedo che qui a Martina Franca questa attenzione, questo voler rimanere ancorati alle tradizioni nonostante le necessarie innovazioni, esiste. E ne sono lieta. È ammirevole.»
 
Durante la premiazione Lei ha parlato della possibilità di fare della Puglia un importante polo cinematografico.
«Beh, avete la fortuna di possedere degli scorci naturali a dir poco splendidi, che sarebbero degli scenari ideali per un set cinematografico, delle ottime location. Avete le colline della Murgia e delle coste incantevoli, centri storici dal fascino incredibile e un clima decisamente favorevole. Credo che la Puglia possa davvero essere un terreno fertile per il campo del cinema, e in un certo senso lo è già. Negli ultimi tempi, infatti, grazie all’enorme lavoro dell’Apulia Film Commission, la vostra regione viene spesso associata al cinema. È una realtà che tutti ormai riconoscono a pieno titolo. L’Apulia Film Commission si sta battendo affinché questi bellissimi paesaggi non rimangano inutilizzati; al contrario potrebbero essere il motore della cinematografia italiana.»
 
Alla cinematografia, e alla recitazione più in generale, Lei ha dedicato praticamente tutta la vita, avendo esordito a teatro a soli quindici anni.
«È vero, ho cominciato da giovanissima. Molti quando parlano del proprio lavoro dicono che è la loro seconda vita. Io no, perché per me la recitazione è la mia prima vita. Non ricordo di aver mai vissuto senza, è parte integrante del mio essere, non può esistere né un prima né un dopo: la mia esistenza e la recitazione vanno di pari passo.»
 
E il premio ricevuto non è che un’ulteriore conferma della passione che Lei ha messo in questo mestiere. Ricorda come è cominciato tutto?
«Oh beh, sarebbe lunghissimo da raccontare. Diciamo che, come ogni cosa importante, è cominciato tutto per caso, per una fortuita combinazione di eventi e di incontri.»
 
Nel corso della Sua carriera Lei ha interpretato alcuni fra i ruoli femminili maggiormente impegnativi, personaggi di una certa rilevanza: basti pensare a Madame Bovary, Carmen o la signora delle Camelie; o ancora a personalità forti come Ofelia, Giocasta e Lady Macbeth. Sceglie con molta cura i ruoli da interpretare?
«Assolutamente, e guai se così non fosse. Per un’attrice è importante fare ciò che si ama e che si ritiene di una certa rilevanza. È necessario valutare un copione e selezionare i ruoli che permettono di esprimere l’enorme bagaglio di emozioni che ci si porta dentro. Come ogni cosa, come in ogni lavoro occorre scegliere ciò che si vuole fare. Solo così si può dare il giusto valore all’interpretazione.»
 
Ha ragione. Per concludere, intende tornare in futuro a Martina Franca?
«Me lo auguro vivamente. Ci tornerei con immensa gioia, sia per una vacanza all’insegna del relax che per lavoro. Un film ambientato in questa bella cittadina sarebbe davvero un’occasione imperdibile.»


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