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Taranto/ Abbiamo forza, capacità e idee per venirne fuori

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

29
GEN
2016
Le buone e le cattive nuove di una città che sta attraversando un decisivo momento di cambiamento: l’importante è vedere nella trasformazione un’opportunità. Come per la rivoluzione nella struttura dei ruoli all'interno del MIBACT la quale dovrebbe portare a superare in modo definitivo l’assetto ottocentesco
 
 
Alcune volte il destino di una città sembra avere attinenza con la buona o la cattiva sorte che caratterizza la vita di un uomo, infatti quando la malasorte bussa alla porta di una famiglia sembra che non si debba più fermare. 
Diciamo ciò perché soltanto la scorsa settimana avevamo, con rammarico, registrato la chiusura dello sportello di cassa della Banca d’Italia ed ecco pronta un’altra tegola sulla testa dei cittadini tarantini.
Questa volta a farne le spese è l’antica e storica sede della Soprintendenza Archeologica che a Taranto è presente da oltre un secolo e che occupa da alcuni decenni il prestigioso ex Convento di San Domenico in via Duomo confinante con il trecentesco tempio noto e caro ai tarantini.
Il tutto ha avuto inizio nel 2014 quando è stata approvata la legge sull’accorpamento delle Soprintendenze archeologiche, che ha trovato la definitiva consacrazione il 28 dicembre 2015 con la legge applicativa a cui ha fatto seguito nei giorni scorsi la firma del ministro Franceschini.  Così in Puglia rimarranno soltanto tre sedi: quella di Bari, quella di Foggia, mentre quella di Taranto viene trasferita a Lecce.
Si è subito sollevato un polverone di polemiche da parte di associazioni culturali e lo stesso sindaco Stefàno ha scritto al ministro Franceschini.
Cosa ne sarà adesso dell’ex convento di San Domenico? Chi dovrà catalogare e sistemare i numerosi reperti archeologici depositati nell’ex Convento di Sant’Antonio in via Viola? C’è stato chi ha sostenuto che la Sovrintendenza non porta denaro a differenza del Museo Nazionale archeologico. Ma sempre di una spoliazione si tratta. 
In campo ambientale i tarantini sono venuti a conoscenza che lungo le rive del secondo seno del Mar Piccolo sono stati trovati cumuli di rifiuti per ben otto chilometri. Questa volta la colpa è degli incivili cittadini.
Ma sul taccuino del cronista non ci sono soltanto notizie negative.
Così, con grande soddisfazione, apprendiamo che all’Ospedale di Taranto e a quello di Castellaneta sono state fornite delle piccole biblioteche di cui beneficeranno i pazienti degenti.
Alla Salinella a una associazione di volontariato che si interessa di bambini e di famiglie in difficoltà è stato donato un servizio che si denomina “Il mio medico” con  una serie di prestazioni specialistiche che consentiranno a bambini ed adulti indigenti di beneficiare dei servizi di pediatria, ortopedia, odontoiatria ed altri il cui costo è elevato e non potrebbe essere sopportato dagli stessi.
Cresce di giorno in giorno il numero dei negozi che chiudono in città mentre aumenta in maniera considerevole il numero di ambulanti abusivi.
Aumentano anche le multe elevate dalla Polizia Municipale che nel frattempo è stata dotata di nuovi strumenti telematici per rendere più rapide e certe le infrazioni commesse dagli automobilisti.
Ma, a conclusione della presente nota, un po’ di umorismo non guasta. 
In breve, si tratta del fatto che nello scorso mese di novembre sono stati acquistati dall’Amat di Taranto dei bus usati e il display presente sugli stessi non è stato aggiornato, infatti è misteriosamente scomparso il suono del campanello con il quale si avvisava l’autista di fermarsi alla fermata successiva.
I tarantini, almeno quelli che non conoscono il francese, sono rimasti, però, senza parola quando hanno letto sul display l’espressione francese “arret demand” che è l’equivalente di “fermata prenotata”.
Sta di fatto che gli autisti spesso non tengono conto della scritta del display e il povero malcapitato risuona il campanello e a gran voce richiede di scendere.
Ma l’Amat, folgorata sulla sua strada dell’imperante modernismo, non contenta dell’ “arret” dei bus, ha fatto sapere che a Taranto il parcheggio e il biglietto si possono pagare anche tramite il cellulare. Allora ha pensato di fondere in una sintesi incredibile l’antico con il moderno e ha chiamato il nuovo servizio con l’aggettivo “My” (“Mio”) e il latinissimo “Cicero”.  L’applicazione “Mycicero” consentirà, infatti, di pagare le tariffe di sosta per l’auto e il biglietto del bus attraverso gli smartphone e i cellulari a tastiera pagando con carta di credito, PayPal, bonifico, contanti attraverso ricevitoria, dove sarà possibile creare anche il proprio borsellino elettronico.
Informato del nuovo servizio il nonnino di turno sarcasticamente ha commentato: “E se invece del Cicero volessi il Fasulo?”.
Prendiamola a ridere, perché per adirarci e piangere sui guai della città c’è forse ancora tempo…
 
 


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