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TARANTO/BAMBINI E ANZIANI ALLA RIBALTA

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

31
OTT
2018

Sbarca l’Università di strada, una formula nuova che sperimenterà l’Universtià della Terza Età Zeus per portare la conoscenza nelle strade e nelle piazze tarantine. La nota Zia Caterina nei giorni scorsi ha fatto la gioia dei piccoli degenti del reparto di Oncoematologia Pediatrica del SS. Annunziata, invitata dall’Associazione S.I.M.Ba. Il tarantino Piero Abbruzzese presenta nel capoluogo ionico il suo libro “Cuore di figlio” e annuncia la nascita del Partito dei Bambini

Nei giorni scorsi nell’ambito della XIV Rassegna Provinciale del Volontariato e della Solidarietà sul tema “Relazioni di comunità” che si è svolta tra il Castello Aragonese, Piazza Municipio e la sede dell’Università tarantina, in  via Duomo, i tarantini sono stati invitati a riflettere su alcune problematiche che riguardano gli anziani e i bambini.
Per quanto riguarda la prima categoria sabato 27 ottobre, nel Salone degli Specchi, è stato presentato il Progetto “Università di strada” che coinvolgerà 20 regioni e oltre 30 città fra cui Taranto.
Questo progetto, sottoscritto tra Unieda e Università Popolare Zeus ed il Comune di Taranto, ha come obiettivo primario quello di portare nelle periferie e nel centro storico cittadino, iniziative di apprendimento permanente. Saranno previsti convegni e workshop di studio a livello itinerante nei vari luoghi storici della nostra città e si toccheranno argomenti importanti come la cultura della legalità, l’alfabetizzazione informatica, l’educazione finanziaria, ambientale ed alimentare.
Si tratta di una scommessa che speriamo possa risultare vincente sul campo.
Altra categoria di persone che non hanno voce sono i bambini poveri e abbandonati distribuiti in gran parte del mondo ma anche i nostri bambini che soffrono in un letto di ospedale soprattutto nel reparto di Oncoematologia Pediatrica del SS. Annunziata di Taranto.
A tale proposito, nei giorni scorsi, organizzata dall’Associazione S.i.m.ba. (Sempre Insieme Per il Mondo dei Bambini), presieduta dalla dott.ssa Deborah Cinquepalmi, è stata ospite della città bimare la famosa “Zia Caterina”, a bordo del suo magico Taxi e del TaxiHome, la nuova casa viaggiante dei “SuperEroi”,  come lei chiama i bimbi speciali con patologie oncologiche che combattono ogni giorno la loro battaglia di diritto alla vita. “Zia Caterina” è conosciuta in tutta Italia per la missione che svolge a bordo del suo Taxi Milano 25.
Dopo la perdita del suo compagno tassista, Stefano, morto di cancro ai polmoni, ha deciso di dedicare la sua vita ai malati oncologici, trasformando il taxi ereditato in un luogo magico, tutto colorato, e dotato di una rampa per renderlo accessibile anche a chi ha problemi di disabilità motoria.
Dei bambini abbandonati nel mondo, soprattutto in quelle zone in cui la sanità è parola sconosciuta per mancanza di strutture capaci di dare corpo alla stessa, si è parlato sabato 27 ottobre nella Sala Conferenze dell’Università di Taranto, ex Convento di San Francesco, in via Duomo, nel corso di una lodevole iniziativa organizzata da Intercultura Taranto e il Club per l’Unesco di Taranto intitolata “I bambini non devono piangere”, un percorso meraviglioso di volontariato sula scia tracciata dagli ambulanzieri AFS, nel corso delle due guerre mondiali.
La riuscita iniziativa è stata brillantemente condotta dalla dott.ssa Patrizia Simonetti, presidente del Centro Locale di Intercultura, che ha intervistato sul tema il prof. Piero Abbruzzese, medico dei bambini, cardiochirurgo pediatrico con all’attivo più di sette mila interventi, spesso in giro per il mondo ad insegnare, primario, direttore di dipartimento a Torino per tanti anni, direttore scientifico dell’onlus “Marco Berry” e consulente del governo di Hargeisa.
Il medico, nativo della città bimare, in Somalia ha fondato in Somalia il Mas Children Hospital di Hargeisa, l’unico ospedale del Corno orientale che cura bambini altrimenti destinati a morire. Piccoli malnutriti da curare, appendiciti che muoiono in una città senza chirurghi.
“Quando sono arrivato, nel 2011, non c’era niente -  dice il dott. Abbruzzese -. Mi è piaciuta subito l’idea di un ospedale che funziona più che su un generico concetto di carità, sulla solidarietà consapevole verso un Paese ignorato dal mondo. In Somalia, ma anche negli altri paesi in guerra, un bimbo su cinque non diventerà mai adulto perché affetto dalle più varie malattie”.
Durante il suo lungo percorso professionale il medico tarantino ha anche dato vita ad una fondazione, Forma Onlus (Fondazione dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino), un polo pediatrico, costituito con fondi privati,  di rilievo nazionale ad alta specializzazione, centro di riferimento per tanti bambini colpiti da differenti gravi patologie provenienti anche da altre regioni e paesi stranieri.
Nel corso del suo intervento di sabato scorso Abruzzese ha anche detto, tra il serio e il faceto, che a lui non dispiace affatto essere etichettato come accattone pur di raccogliere fondi per i bimbi che soffrono in terra somala. Abruzzese ha le idee chiare, le predica bene e le realizza altrettanto bene mettendosi in gioco in prima persona.
Alla fine del suo intervento dichiara in maniera convinta che vuole fondare il “Partito dei bambini” per cercare di cancellare in diverse parti del mondo la parola guerra e sostituirla con quel quella di pace e sostituire il pianto con il sorriso perché è più importante pensare ai nostri figli, in senso lato, che a noi stessi.
Interessanti e commoventi le problematiche del suo libro presentato durante la serata. “Cuore di figlio”, questo il suo titolo, è stato scritto per continuare a tenere viva la memoria del figlio adottato Carlo, nato in condizioni cardiache disperate, ragion per cui la madre naturale lo abbandona, e subito preso in affidamento dalla famiglia del medico.
Carlo lotta col suo cuore malato per venti anni. E’ a Filadelfia, a Parigi, a Bergamo, a Londra, a Torino. Tante le operazioni al suo cuore: un trapianto, anzi due. Aerei privati, corse notturne contro il tempo, chirurghi famosi. Nella sua pur breve l’amatissimo figlio ha lasciato insegnamenti meravigliosi a chi ha avuto modo di avvicinarlo. Ha modificato in meglio la vita dei suoi amatissimi genitori adottivi e dei suoi fratelli.
Vicende emozionanti si incrociano nella realtà e nella mente di papà. Carlo è protagonista elegante di una sofferenza piena di leggerezza e di un attaccamento alla bellezza della vita sua e degli altri.



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