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Maschi e maschietti alfa in crisi

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

8
GIU
2016
Lui è uno studente americano, maschietto alfa come tanti, tutto sport e barbecue. Lei è una ragazza che durante una festa ha bevuto un po' troppo. Quella sera lui incontra lei - in evidente stato confusionale - e ne approfitta schermandosi dietro un cassonetto. Sorpreso da due passanti, lui viene fermato e arrestato non senza prima usare vigliaccamente violenza nei confronti della sventurata per venti lunghissimi minuti. Condannato per stupro, il giudice prevede per questo ventenne una pena sorprendentemente indulgente, sei mesi di carcere, che potranno essere ridotti a tre: lungi dal dimostrare alcun rimorso, lui si dichiara non colpevole e dà tutta la colpa dell’accaduto all’alcol. E qui interviene il padre di lui, il maschio alfa, che affida a una lettera i suoi testosteronici pensieri.
“La vita di Brock - scrive l'accorato genitore - è stata completamente alterata dagli eventi di quella notte. Non sarà mai più felice. [...] A Brock sono sempre piaciuti certi tipi di cibo, e lui stesso è un cuoco eccezionale. Ero sempre felice di comprargli una grossa bistecca da grigliare, oppure i suoi snack preferiti. Dovevo sempre nascondere pretzel e patatine perché sapevo che dopo che sarebbe tornato da uno dei suoi lunghi allenamenti in piscina non avrei trovato più niente”.
“Questo verdetto l’ha distrutto. [...]
Questo è il prezzo eccessivo che dovrà pagare per un’azione durata venti minuti nei suoi oltre vent’anni di vita. Il fatto che verrà registrato come stupratore per il resto della sua vita cambierà per sempre i luoghi dove potrà vivere, che potrà visitare, in cui lavorare e il suo modo di interagire con le persone e le organizzazioni. [...] Brock potrebbe fare molte altre cose positive per la società, potrebbe educare altri studenti del college parlandogli dei problemi legati al consumo massiccio di alcol e alla promiscuità sessuale”. Questo padre caterpillar, che spiana la strada al figlio, gli compra bistecche e snack neanche fosse un cane, nutrendo l'insaziabile figlio e il suo stesso narcisismo: è lui il modello di maschio occidentale di cui dobbiamo accontentarci? Nella lettera si parla delle merende pomeridiane del pargolo cresciuto ma nessun riferimento alla ragazza, vittima di "soli venti minuti d'azione", come se per un crimine valesse la tariffa a ore. E poi la chiusa finale, che evidentemente covava fin dall'inizio: il pupo si impegnerà a "educare" (!) I giovani sui pericoli dell'alcol e "della promiscuità sessuale". Come dire: "Mio figlio non ha colpe se gli si sono piazzati davanti una bottiglia e una ragazza. Cos'altro avrebbe potuto fare se non approfittare dell'una e dell'altra?". Sta' a vedere che, secondo il padre, alla fine la vittima è il figlio?
 


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