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Maria ariana, proteggi (solo) noi / Cronache di un connesso viaggiatore - di Salvatore Lucignano

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

8
AGO
2019

L’estetica del potere salviniano non ha innovato, rispetto a quanto l’Italia ha già vissuto. C’è però un elemento contingente, nella simbologia del felpato, che merita di essere analizzato, ovvero il tentativo di accreditarsi quale campione di un cattolicesimo per soli indigeni. Il Vangelo secondo Matteo, no… non quello vero, ma questo, prevede che il prossimo tuo sia davvero a te molto prossimo, legato da vincoli di interesse e si basa su un’aberrazione giuridica che va assai di moda tra i neocattolici di tutto il mondo: l’idea che la cittadinanza e la nascita trasferiscano la padronanza di un paese in capo ai suoi più rutilanti occupanti. Il passaggio è breve, ma ardito, al tempo stesso: sono nato qui, quindi questa è terra mia. E’ in questo modo che la Madonna, da mamma di tutti gli oppressi, di qualsiasi colore, provenienza o cittadinanza, torna ad essere la protettrice degli egoismi delle bianche genti del nord del mondo.

Intendiamoci, nulla di nuovo sotto il sole, se non fosse che questa dottrina, fatta di pubblici riferimenti alla simbologia mariana, quando si tratta di approvare leggi disumane, è una chiara sfida alla direzione in cui Papa Francesco sta cercando di spostare la Chiesa cattolica. Mentre il Matteo ruspante si barrica negli agi del nostro benessere, Francesco si rivolge ai profughi, agli ultimi, agli altri, condannando gli egoismi di chi ha dimenticato l’altro Matteo, quello vero.

Il messaggio evangelico ha sempre subito accuse di essere destabilizzante per i privilegi dei ricchi e dei potenti. Il figlio di Maria, che questo Matteo nomina spesso, ma di cui probabilmente sa molto poco, ci ha rimesso la pelle, e non certo perché difendeva i palestinesi contro i migranti. Nel discorso della montagna, laddove si parla delle beatitudini, Matteo riporta le parole di Cristo sugli afflitti, ma l’intero messaggio cristiano è un inno rivolto al donare ai più poveri, ai deboli e ai bisognosi.

Chi oggi invoca il simbolo dell’amore incondizionato verso tutti, per farne il baluardo della difesa dei pochi verso gli altri, non solo non è un buon cristiano, ma utilizza i simboli del cristianesimo per veicolare un messaggio opposto rispetto a quello contenuto nel Vangelo. In campo ci sono due Mattei, ma uno è il messaggero dell’amore incondizionato di Cristo, mentre l’altro… è un novello Anticristo. 



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