Era 1926 quando il Ministero dell'Agricoltura, in collaborazione con l'allora "Regio Deposito Stalloni" di Foggia e l'Ispettorato Agrario di Bari, diede inizio, in Puglia, alla selezione della razza dell’asino martinese. Da allora, nell' agro delle Murgia Tarantina, viene allevata la più famosa e forse una delle più antiche razze di asini del mondo che da questa cittadina prende il nome.
La storia dell' asino di Martina Franca, la più numerosa colonia presente in Italia, è legata al territorio pietroso e collinare delle Murge. L'asino di Martina Franca, o asino martinese, come viene comunemente denominato, è una razza selezionata nella zona compresa tra i comuni di Martina Franca, Crispiano, Alberobello, Locorotondo e Ceglie Messapica, in particolare nel comprensorio dei trulli; territorio di circa 90 mila ettari, unico nel suo genere, con una conformazione che lo rende particolarmente adatto all'allevamento del bestiame in genere. Ed è qui, a metà strada tra l'Adriatico e lo Jonio, che è nato e si è sviluppato questo splendido animale. E’ una razza che si è adeguata a vivere in un ambiente climaticamente difficile: freddo d'inverno, arido e infuocato d'estate. Il territorio, formato prevalentemente da terreni sassosi, sentieri impervi e dislivelli rocciosi, ha contribuito a dare a questa razza autoctona solidità alle zampe e agli zoccoli, attribuendogli anche la sicurezza, la mitezza e la docilità.
Anche la Regione Puglia sovraintende personalmente all’allevamento e alla salvaguardia della specie. Infatti, proprio sulla vecchia strada provinciale n. 49, tra i comuni di Crispiano e Martina Franca, sorge l’Azienda Agricola Russoli, interamente gestita dalla Regione Puglia, dove a capo della struttura c’è il dott. Donato Tagliente, che è responsabile dell’amministrazione e gli operatori Francesco Angiulli e Cosimo Stasi, che si occupano dell’azienda e di accudire gli oltre 70 asini martinesi, attualmente presenti nella masseria.
In questo periodo, chi volesse farsi una passeggiata e visitare l’azienda Russoli, vedrebbe gli animali attorno a grosse rastrelliere mangiare l’abbondante foraggio messo loro a disposizione, nonché liberi di muoversi negli ampi recinti delimitati solo dai caratteristici muri a secco.
Il signor Angiulli, addetto alla cura degli animali, precisa che ogni asino, per nutrirsi, in questo periodo invernale, ha bisogno di circa 7/8 chili di foraggio giornaliero. Mentre in primavera, e nella successiva bella stagione, sono lasciati liberi di pascolare sui 195 ettari che l’Azienda ha messo loro a disposizione, mangiando erba fresca ed erba medica appositamente seminata anzitempo. Aggiunge ancora che in primavera arriveranno da Foggia anche gli stalloni per la riproduzione controllata delle femmine, e che la loro gestazione durerà 13 mesi, seguita passo passo dai veterinari incaricati, i quali provvederanno anche alle necessarie vaccinazioni.
Sempre il signor Angiulli fa notare che le maggiori caratteristiche dell’asino di Martina Franca sono essenzialmente riconoscibili dal folto pelo morello, tranne intorno alla bocca, agli occhi e sotto la pancia che, d’adulti, diventa bianco. L’altezza di un maschio può variare tra i 140 e i 150 centimetri, mentre quella delle femmine è compresa tra i 135 ed i 145 centimetri al garrese. Il manto dell'asino di Martina Franca, si presenta di color morello o baio scuro e le sue orecchie sono lunghe e internamente molto pelose; il collo, soprattutto nei soggetti adulti, si presenta molto muscoloso, così come il petto e il torace; mentre la groppa è larga e tondeggiante. Alla nascita sono rivestiti di un morbido e lungo pelame color baio, che cambino prima dell’inverno.
Di media l’asino di Martina Franca può vivere dai 25 ai 28 anni.
Periodicamente la Regione Puglia emana dei bandi per l’acquisizione di questi deliziosi animali, che possono essere adottati anche da privati cittadini, sempre che possano dimostrare di essere in possesso dei necessari requisiti per la loro adozione: spazio, cura, interesse. Con questo sistema l’Asino di Martina Franca ha fatto molta strada e lo possiamo trovare e riconoscere in Toscana, nel Lazio, in Umbria e in tante altre regioni italiane, ma non solo. L'asino di Martina Franca, grazie alle sue caratteristiche, è stato esportato in tutto il mondo. Ovunque sia andato, questo eccezionale esemplare è stato largamente impiegato sia per la produzione di impareggiabili muli, che per la propria riproduzione.
Infatti anche dall’estero arrivano le richieste per questo docile animale, dove viene utilizzato per la compagnia di altri animali (cavalli in particolare), o per piccoli lavori, quali l’accompagnamento di escursionisti e gitanti; per il trasporto di piccoli pesi, come i teli e l’attrezzatura delle tende da campeggio, ecc..
L’asino di Martina Franca, come già riferito è molto socievole e robusto e può sostenere lunghe ore di cammino, senza la necessità di essere ferrato. I suoi zoccoli necessitino tuttavia di cure e, a volte, di essere pareggiati, qualora la loro usura non risulti uniforme.
Ora che le giornate si stanno allungando e il sole, piano piano, comincia ad avere la meglio sul freddo invernale, diventa piacevole fare una passeggiata domenicale e portare i bambini su questa stretta strada provinciale n. 49, che da Crispiano conduce a Martina Franca e vedere gli alberi di pesco e di mandorlo già fioriti e i campi di fave rigogliosi e verdissimi. Arrivando poi davanti ai cancelli dell’Azienda Russoli, diventa quasi d’obbligo lasciare la macchina ed inoltrarsi nell’azienda per ammirare questi docili asini che incuranti della presenza dell’essere umano continuano la loro metodica vita quotidiana tra il verde dei prati e l’ombra degli olivi secolari.
Le origini
Dalla selezione al concorso
Sull'asino di Martina Franca si sono consumati prima interi calamai e successivamente fiumi di inchiostro, ma a tutt’oggi non vi sono ancora dati certi e scientifici sulle sue origini. Le credenze locali sono divise tra due scuole di pensiero
C’è chi sostiene che esso derivi dall'asino catalano, importato nelle Murge dai conti di Conversano all'epoca della dominazione spagnola. Questa tesi viene però fortemente rifiutata e smentita da chi sostiene che l’introduzione accidentale di un numero limitato di capi, importati dalla Spagna o da altri Paesi, non sarebbe mai riuscita a dare vita ad una nuova razza in un ambiente già dominato da soggetti locali. Senza una attenta e costante selezione, la nuova riproduzione sarebbe stata invalidata naturalmente dalla stragrande maggioranza degli animali indigeni. Si deve ritenere quindi, insistono coloro che sostengono l’originalità della razza martinese, che l'asino sia di origine autoctona, strettamente legato al territorio; alle campagne dell’agro di Martina Franca e dei pochi altri comuni limitrofi.
Quest’ultima tesi da maggiore vigore a quanti sostengono l’origine dell'asino di Martina Franca, in quanto la leggenda popolare parla di una sola importazioni di una razza diversa, avvenuta all'epoca della denominazione spagnola. Pertanto i tecnici e gli storici sostengono con forza che nella zona di Martina Franca esisteva già una razza di altezza limitata e dal mantello scuro e che l’asino spagnolo, semmai fosse venuto a contatto con quello martinese, non avrebbe mai potuto influenzare o modificare la struttura dell’asino martinese.
L’esigenza e l’attenzione di mantenere pura e intatta la razza dell’asino martinese è sempre stata particolarmente sentita e tramandata dagli allevatori locali, che tra mille difficoltà sono sempre riusciti a conservare geneticamente intatti questi splendidi animali, salvaguardandoli anche dalle vicissitudini, subite da tutto il settore equino, durante le due guerre mondiali.
Nel 1948, su iniziativa dell' On. Alfonso Motolese, deputato alla Assemblea Costituente e sindaco di Martina Franca, con l’aiuto di un gruppo di 22 allevatori, tra i quali Alberico Motolese e Alfonso Basile, promosse la costituzione dell' “Associazione Regionale Allevatori dell'Asino di Martina Franca e del Cavallo delle Murge”. Prima associazione del genere nata in Italia, con sede proprio in Martina Franca. Grazie alla competenza, alla passione ed alle capacità organizzative dei soci dell’Assemblea, questa iniziativa diede un forte impulso alla diffusione ed alla conoscenza della razza dell’asino di Martina Franca e del cavallo murgese.
La stessa associazione, nel dicembre 1956, organizzò per la prima volta il Mercato- Concorso del cavallo delle Murge e dell' asino di Martina Franca. Manifestazione che ancora oggi, dopo sessant’anni, si svolge a Martina Franca nel primo week-end di dicembre di ogni anno, richiamando una notevole affluenza di appassionati e di pubblico.