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Il Politeama / L'ingloriosa fine del Paisiello

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

20
FEB
2015
Splendori, intrighi, appalti, concorrenza sleale: c'è tutto e anche di più nella storia di una storica struttura in Piazza Castello, demolita per conflitto di interessi (altrui). Dalle sue ceneri è nato l'Orfeo
 
Per merito dei fratelli Vincenzo e Gennaro Fusco, nacque una struttura, inizialmente provvisoria e in legno, ma che passerà alla storia come tra le più apprezzate: il Politeama Paisiello. Così “La Voce del Popolo” nel febbraio del 1882 ne celebrava l’inaugurazione: “Il Politeama Paisiello fu inaugurato con uno sfarzoso veglione. Il pubblico fu numeroso e colto; è la migliore attrattiva della vita gaia e allegra. Facciamo le più sincere lodi ai signori Fusco che sobbarcandosi ad immensi sacrifizii, hanno saputo trovar modo di offrire a Taranto un Teatro che da tanti anni si faceva desiderare”. 
Il Politeama fu costruito dai due fratelli Fusco utilizzando il legname acquistato a buon prezzo dall’amministrazione comunale, recuperato a sua volta da un bastimento naufragato in zona. (I fratelli Fusco erano due validi musicisti, componenti della banda musicale municipale del maestro Ippolito). Le cronache della Voce del Popolo si occuparono costantemente delle attività del teatro,sprecando manifestazioni di apprezzamento e riconoscenza per i fratelli, (tanto da proporre un monumento in piazza Archita!) e riportando notizie come questa: “Una notizia interessantissima! Il celebre Maestro Mascagni ha composto appositamente pel nostro Politeama, UN PASSO A DUE, che sarà eseguito per la prima volta a Taranto, da due celebri ballerine. Prepariamoci al grande successo, che farà onore a Taranto e riaffermerà ancora di più il valore artistico del grande compositore”. Nicola Gigante, collaboratore della Voce del Popolo, e direttore dei lavori di ristrutturazione ci ricorda in un articolo del ‘42: ”Il Paisiello subì varie trasformazioni, fino a diventare assai decoroso. Aveva una sala capace di milleduecento spettatori a sedere… Nel Paisiello si tennero le più importanti adunate di popolo per i problemi di ogni vitad’ogni più vitale interesse cittadino e per le solenni manifestazioni della vita nazionale. Là si svolse nel 1902 la prima assemblea cittadina per chiedere al Governo del Re la creazione della Provincie dello Jonio…”. Validissimi collaboratori dei fratelli Fusco erano il segretario generale Vito Raho (Sala Marconi) e Giuseppe Malagrinò (Teatro Santangelo). Pare che Raho usasse prima di ogni spettacolo fare un giro per le famiglie più aristocratiche del tempo, raccogliendo le prenotazioni dei palchetti per completare la “pianta” del teatro; questa sì che è cura delle pubbliche relazioni. Successivamente i Fusco iniziarono a chiedere all’Amministrazione contributi a fronte delle ingenti spese sostenute e per l’approvazione di progetti di ricostruzione nel borgo. Non se ne fece nulla. Nel 1894 ottennero l’autorizzazione per l’ampliamento e il rifacimento del prospetto principale. Intanto, al sorgere del nuovo secolo, i Fusco portarono a Taranto la nuova arte: nel Politeama Paisiello: “… il Cinematografo piacque e divertì un mondo, grandi ovazioni al direttore della splendida macchina”. Nel 1907 gli infaticabili fratelli Fusco pensarono bene di aprire persino uno stabilimento balneare: “Splendido lo stabilimento Paisiello dell’impresa Fusco. Si trova presso la spiaggia sottostante all’inizio di via Anfiteatro e piazza Margherita. Ha eleganti sale d’aspetto e un buffet”. Ad ogni scadenza della concessione del suolo in piazza Castello, i Fusco ottennero varie proroghe sino a quella definitiva, che scadde nel 1912; infatti il Comune non rinnovò più la concessione: fu notificata un’ordinanza di sgombero, in cui la struttura veniva definita: “costruzione antiestetica e ingombrante”, a firma del sindaco Troylo, che aveva tutto l’interesse a “far fuori” un politeama che faceva ormai scomoda concorrenza a quello della cui società fondatrice era presidente del consiglio di amministrazione, l’ALHAMABRA…
La demolizione sarà effettuata agli inizi del ’13. I Fusco capirono la lezione: per poter operare a lungo e senza problemi, l’unica condizione fondamentale era la proprietà del suolo su cui impiantare la sala per gli spettacoli. E infatti subito dopo acquistarono i suoli rispettivamente in via De Cesare angolo via Mazzini (Vincenzo costruirà il nuovo Paisiello) e in via Pitagora e via Giovinazzi (Gennaro costruirà Orfeo e Fusco).
 
 


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