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Trucco estremo

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

9
GEN
2015
Ovvero come aggirare gli ostacoli della quotidianità in bilico su un filo di eyeliner
La popolarità delle You Tube stars del trucco e parrucco ha i giorni contati, proprio come le ore che finanche il miglior fondotinta può durare: ho in mente di girare tutorial verità sul make-up. Ché insomma, è bene che qualcuno squarci quel finto velo di ottimismo e facilità che nasconde i quasi certi fallimenti della messa in pratica degli web tutorial. Qualsiasi idea ti passi per la mente, che sia una cresta voluminosa, un trucco anni ’20 o anche solo la curiosità di come si dia un blush per evitare di sembrare un pellerossa nell’atto di assaltare Fort Apache, basta un click e una serie nutrita di video è lì a illustrarti la soluzione, che è sempre, sempre e dico sempre, facile, veloce e alla portata di tutte. Esaminiamo le principali tipologie dei video in questione: la prima è quella girata dai professionisti. Prendi un Franco Curletto che con un pettine mezzo sdentato, due spruzzate di lacca e quattro forcine al massimo, ti mette su in 52 secondi netti una pettinatura che sfida la legge di gravità. E vince. La fai tu e ti ritrovi un nido di cicogna sulla testa e devi correre dal cinese perché sono le 22, i quattro pacchi di forcine non bastano e di rilavarti i capelli non hai tempo. Poi ci sono i video fai da te. Tre gli indizi per riconoscerli (ed evitarli): uno, l’arredamento imbarazzante delle stanze dove sono girati, due, la non particolare avvenenza delle protagoniste, tre, lo sfumare sapiente l’immagine subito dopo i passaggi cruciali, a cui fa seguito la ricomparsa della protagonista che mostra un perfetto risultato. Il dubbio che abbia messo il tasto pause e provato e riprovato fino alla botta di fortuna resta sempre. Poi ci sono quelle alla Clio make up: 5 primer da stendere prima, uno per le occhiaie e uno per le palpebre, gli altri per la zona T, il resto del viso, il collo, 7 tipi di pennello solo per l’ombretto base, in 16 diverse nuances seppure sia un color carne, e così via. Una dotazione “che tutte abbiamo nel nostro beauty” no?, rinforzata da una fila di faretti a spianare ogni imperfezione, un buon videomaker e una consolle trucco ampia come la portaerei Cavour. E soprattutto, niente minuti contati. Non come me, che in lieve ma perenne ritardo, mi dò il colpo di fard destro al semaforo di Via Petrarca e quello sinistro al semaforo di Viale della Repubblica, rischiando il risultato se è verde. O che, rischiarata dalla tenue luce del lato guidatore, mi trucco in macchina sulla superstrada piena di buche muovendo il pennello per scostarlo al momento giusto, con tanta maestria che neanche Abbado con la bacchetta quando dirigeva alla Scala. O che riesco anche nei bagni dei Frecciarossa, progettati senza dubbio da un designer misogino poiché illuminati da una luce tra il verde e l’azzurro che irradia perfidia. È sul perenne ritardo da make-up e sul trucco verità che costruirò il mio successo sul Web: io in aereo con i vuoti d’aria che insegno a tracciare una perfetta riga con l’eyeliner, io su un traghetto che mostro come controbilanciare il rollio ed evitare di dover andare a raccattare i trucchi a prua, io che mostro un make-up veloce quanto un pagamento al casello autostradale. E per l’estate, un trucco anche che vada bene con la maschera per le immersioni. S’innalzino i mascara, siano temperate le matite e sia brandito il piegaciglia: la scalata delle video classifiche sta per iniziare. 
 
 


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