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IL BIANCO E IL NERO/ VINCITORE O CAMPIONE? IL CASO DI ANNA MUZYCHUK

Pubblicato da: Categoria: SCACCHI

11
GEN
2018

“La vita è un’ immensa partita a Scacchi, l'importante non è vincere o perdere, ma essere un giocatore e non un pedone. Poiché il giocatore è fautore del proprio destino anche nella sconfitta, mentre il pedone è vittima degli eventi anche nella vittoria.” (Dino Notte)
Con questo aforisma si spiega come la decisione estrema di Anna Muzychuk, che ha perso i suoi titoli mondiali, la abbiano resa non “vincitrice” ma “campionessa”!



Le battaglie che si combattono durante la vita sono svariate. Alcune di esse si affrontano contro le malattie e rappresentano le lotte più difficili in assoluto. Altre si lottano in nome di principi ed ideali spesso nobili, per i quali in passato molti hanno sacrificato addirittura la propria vita. Infine si può combattere anche per gioco e gli Scacchi, addirittura secondo Kasparov, rappresentano la lotta più cruenta in assoluto.
Ormai i lettori più assidui conoscono perfettamente il mio punto di vista e la mia interpretazione circa l’importanza ed il valore del Nobil Gioco. Ritengo si tratti prevalentemente di una battaglia tra cervelli che riesce a stimolare le capacità di “problem solving”, di calcolo e di comprensione di piani e strategie. Tutto ciò, ovviamente, può trovare applicazione nello studio, nel mondo del lavoro e nella vita in generale.
I ragazzi e, spesso, anche gli adulti, riducono tutto in modo semplicistico alla vittoria e alla sconfitta, alle migliori tattiche e strategie per potersi affermare. E’ vero, tutto ciò è importante ai fini di un torneo, mi domando però se dopo aver disputato una partita eccellente e aver perso per maggiore esperienza dell’avversario ci si possa ritenere sconfitti.
La scorsa settimana ho trattato di un argomento molto delicato: la vita esemplare di un giovane che ha combattuto contro la SLA da vero eroe. Si può dire che al termine di questa lotta egli abbia perso? Penso proprio di no, poiché non è tanto importante il risultato, quanto le modalità con le quali si giunge al termine di una partita e della vita stessa. Alex ha sconfitto la morte perché il suo esempio di tenacia e di nobiltà d’animo resterà a lungo impresso nella memoria di coloro che lo hanno conosciuto.
Rimanendo in tema di vittorie e sconfitte, desidero trattare una notizia che è stata divulgata da svariate testate giornalistiche e diffusa anche dalla televisione. Riguarda più strettamente il Nobil Gioco, giacché si tratta di una campionessa mondiale di Scacchi per le discipline Rapid e Blitz: Anna Muzychuk.
In un noto social network, questa ragazza di appena 27 anni con un lungo post ha spiegato le ragioni che l’hanno indotta a rinunciare a partecipare al Campionato “King Salman”, Rapid and Blitz Chess Championship a Riad, in Arabia Saudita.
Si affronta un argomento molto delicato, un tema annoso, oltre che di natura sociale e religiosa: la condizione e concezione della donna nei paesi mediorientali. Anna Muzychuk, infatti, ha affermato: “Tra qualche giorno perderò i miei due titoli mondiali, uno ad uno, solo perché ho deciso di non andare in Arabia Saudita, di non giocare con le regole di altri, di non indossare l'Abaya (il lungo vestito scuro imposto alle donne nella Penisola araba dall'Islam salafita [n.d.r.]), di non dover uscire solo essendo accompagnata da qualcuno. Una decisione presa per non sentirmi una creatura secondaria. Ho vinto i miei due titoli esattamente un anno fa ed ero la persona più felice del mondo degli Scacchi. Ora però sto davvero male... Sono pronta a difendere i miei principi e a disertare l'evento durante il quale in cinque giorni avrei potuto guadagnare più che in una dozzina di occasioni simili combinate. Tutto questo è fastidioso certo, ma la cosa più sconvolgente è che a quasi nessuno importa veramente. E' un sentimento davvero amaro, ma non abbastanza da farmi cambiare opinione e principi. Lo stesso vale per mia sorella Marija (anche lei scacchista, ha rifiutato come Anna di partecipare ai campionati a Riad [n.d.r.]), con cui condivido questo punto di vista. Per quei pochi a cui importa....torneremo!”.
Al di là dell’interpretazione politica e religiosa che in molti vogliono attribuire alla condizione della donna nel Medioriente e alla posizione anti-Islam che Anna Muzychuk avrebbe assunto, in realtà la giovane ritiene che si tratti di puro maschilismo.
Gli uomini e le donne posseggono uguali diritti in uno stato democratico nel quale, nonostante circa quattordicimila donne nel 2016 siano scese in piazza per protestare contro l’egida dell’uomo, ancora nulla è cambiato. Da poco hanno avuto il permesso di guidare un’auto, grazie al Re Salman, e riapriranno anche i cinema.
Il tema fondamentale, però, non è tanto la questione relativa alle donne e alla loro concezione da parte dell’uomo in Medioriente, quanto il coraggio di Anna Muzychuk nell’opporsi ad una cultura maschilistica ben radicata.
Diceva Judith Polgar: “Non sono mai riuscita a battere un uomo sano. Dopo aver perso, chi dichiarava di aver avuto mal di testa, chi dolori di pancia...” e questo accade nel mondo degli Scacchi anche oggi, nonostante la presenza femminile sia maggiore rispetto al passato.
Se, pertanto, è difficile sradicare questa mentalità nell’ambito di un gioco, figuriamoci quanto debba esserlo in un Paese dove al fattore tradizione si sommano anche il fattore religioso e politico.
Anna Muzychuk avrà perso il titolo e il compenso ma ha vinto la sua battaglia. Tutti i mezzi di informazione hanno affrontato questo tema, spesso ignorato e sottovalutato. La giovane è stata un simbolo di dignità, coerenza, coraggio e rispetto come pochi ce ne sono. Ha dimostrato, in modo esemplare, come si possa passare dall’essere “vincitori” all’essere “campioni”, rinunciando al titolo mondiale.

Marika Chirulli Presidente
A.D. Itria Scacchi
Sede: Via Pergolesi n° 48
Presso Associazione Arma Aeronautica
Telefono: 339-1606512
e-mail: itriascacchi@libero.it
Sito: www.facebook.com/itriascacchisegreteria
Pagina Facebook: AD Itria Scacchi

 



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