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Beppe Convertini/PARLAMI D´AMORE

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

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LUG
2012

 

Beppe Convertini
 
PARLAMI D’AMORE
 
Dal Festival di Taormina, per presentare il film “Baci salati”, al Festival della Valle d’Itria, con cui ha esordito. Il più bello di Martina Franca è anche un romantico di mestiere, impegnato com’è in un tour teatrale in cui recita poesie d’amore
 
Si dice che ovunque vada l’uomo resti sempre ancorato alle sue radici. Come un albero che si impianta nel terreno e che, per quanto si allunghi verso il cielo, non si stacca mai da terra e anzi, da essa prende energia e linfa vitale. Ci sono uomini, infatti, che nonostante siano abituati a girare il mondo, non smettono di pensare alla propria città e ogni volta che ci tornano, si sentono come rigenerati. È quanto accade a Beppe Convertini, noto attore e conduttore martinese, il quale pur avendo avuto modo di visitare e osservare le città di tutta Italia, e non solo, rimane estasiato ogni volta che ha l’opportunità di tornare a Martina Franca, della quale ama particolarmente l’arte barocca, il calore della gente e l’incantevole Valle d’Itria, che gli offre un panorama senza eguali.
Navigando a vista verso la XXXVIII edizione del Festival della Valle d’Itria, ci racconta i suoi impegni e il suo forte senso di appartenenza alla Puglia.
 
Il legame che hai con Martina Franca è tangibile: non perdi occasione, infatti, di citare la tua città natale.
«La nomino praticamente sempre. E come non potrei, del resto? È la mia terra, qui ci sono le mie radici, la mia famiglia e tutti gli affetti più cari. Ogni volta che torno a Martina Franca mi si apre il cuore: è come inalare la linfa vitale, mi dà carica, energia. Mi infonde un senso di tranquillità e di serenità che non trovo in altri luoghi. Nutro un profondo amore per la mia città.»
 
Se potessi elencare le tre cose che ami maggiormente, quali sarebbero?
«Solo tre? Ma è impossibile. Allora dirò tre aspetti che in realtà ne racchiudono un’infinità: anzitutto la Valle d’Itria, con i suoi trulli caratteristici, gli immensi vigneti e gli uliveti tipici del nostro territorio. Ho girato il mondo, eppure posso affermare con certezza che un panorama come quello che offre la Valle d’Itria non l’ho mai visto da nessuna altra parte. È incantevole, unico, senza paragoni. In secondo luogo, direi il barocco: Martina Franca vive di esso; lo si ritrova in tutti i maggiori edifici storici, basti pensare al Palazzo Ducale o alla Basilica di San Martino, o dalla chiesa del Carmine al centro storico, un labirinto bianco pieno zeppo di intarsi barocchi. Il terzo aspetto, invece, riguarda qualcosa di ineffabile, di immateriale, ed è il calore umano dei martinesi, il loro profondo senso dell’ospitalità, l’allegria e il brio che li contraddistingue.»
 
Torni spesso a Martina Franca?
«Ogni volta che ne ho l’occasione. Sono spesso in tournée e ho la fortuna di fare un lavoro che mi porta frequentemente nella mia città. Non ci torno solo per le vacanze, bensì anche in veste di attore e conduttore. Del resto faccio di tutto per tornare a Martina Franca: quando mi propongono gli ingaggi, fra tutte le alternative cerco sempre di scegliere la Puglia.»
 
Poc’anzi hai citato la Valle d’Itria. Il suo Festival, giunto ormai alla XXXVIII edizione, è uno degli elementi caratterizzanti della tua terra. Si può dire che non è Martina senza Festival?
«Assolutamente. È un evento molto importante, che racchiude alcune fra le più grandi opere del passato, di autori che sono fra i più apprezzati al mondo. Il Festival della Valle d’Itria, proprio per questa sua particolarità, attrae la curiosità di tutto il mondo e porta alto il nome della città. Rende Martina Franca una città di cultura internazionale; in pratica realizza quello che è sempre stato il sogno di Paolo Grassi.»
 
Cosa rappresenta per te il Festival, sia dal punto di vista del cittadino martinese che da quello artistico?
«Beh, il Festival oltre a rendermi umanamente orgoglioso delle mie origini e della mia terra, ha rappresentato la mia prima finestra sul mondo. Da ragazzo vi ho partecipato per ben due edizioni, come mimo, ed è stata un’esperienza straordinaria. Mi ha fatto conoscere il mondo dello spettacolo e me ne ha fatto innamorare. Artisticamente, poi, è quanto di più elevato si possa trovare nel panorama culturale odierno: la lirica, la musica classica, le grandi opere… È un ritorno agli antichi splendori.»
 
Hai qualche aneddoto particolare legato al Festival?
«Di aneddoti ce ne sarebbero in quantità, ma soprattutto ciò che mi rimane sempre impresso, ciò che mi ha affascinato sopra ogni altra cosa è la cornice magica nella quale si svolge. Vedere l’orchestra e i cantanti esibirsi in quell’atmosfera incantata del Palazzo Ducale è qualcosa che custodirò sempre nel cuore e nei miei ricordi.»
 
Il tuo nome viene spesso associato, oltre ai numerosi impegni artistici che ti vedono protagonista, anche a diverse attività di volontariato. È una realtà alla quale presti molta attenzione.
«Sì, certo. Ritengo che sia fondamentale cercare di dare il proprio contributo, perché ogni aiuto, anche il più piccolo, è indispensabile. Sono uno dei testimonial di un’associazione di beneficenza, l’Adricesta Onlus, che si occupa di aiutare i bambini lungodegenti nei reparti di oncoematologia e chirurgia pediatrica. Inoltre, gioco nelle squadre nazionali sia di calcio che di basket degli artisti tv, il cui ricavato viene interamente donato alle Onlus e alle varie associazioni. La donazione degli organi è un tema che mi sta particolarmente a cuore e per il quale mi batto affinché tutti possano capire l’importanza di un tale gesto, un gesto immenso che dà la possibilità a un’altra persona di continuare a vivere. Personalmente, mi ha colpito tantissimo la storia di mia zia, che dopo aver perso tragicamente suo figlio ha scelto di donare gli organi, dando una speranza a numerose altre famiglie. Io stesso ho messo in chiaro che se dovesse accadermi qualcosa vorrei che altre persone beneficiassero dei miei organi.»
 
Attualmente in cosa sei impegnato?
«Sono impegnato con la trasmissione radiofonica “Brave ragazze” su RaiRadio2. Inoltre, sto portando in tournée nei musei italiani uno spettacolo teatrale, “Ars Amandi”, e come si può dedurre parla di amore, o meglio si tratta di parole, musiche e immagini d’amore. Ogni rappresentazione, infatti, prevede dapprima una visita guidata all’interno del museo e in seguito un vero e proprio spettacolo durante il quale io declamo delle poesie, accompagnato dalle splendide note di un violinista e una pianista. Il tutto sarà corredato dalla proiezione di immagini delle più importanti opere d’amore. Insomma, è davvero molto bello.  E infine, ho partecipato al Festival di Taormina per presentare “Baci salati”, l’ultimo film che ho realizzato. In ogni caso, per chi fosse interessato, è possibile trovare un programma dettagliato sul mio sito ufficiale, www.beppeconvertini.com, e sulla mia pagina Facebook, dove sono costantemente in contatto con gli amici. Diciamo che questa sarà un’estate impegnativa e ne sono contento».
Dunque, niente vacanze?
«Ma no, in un modo o nell’altro troverò l’occasione di tornare a rilassarmi nella mia bella città e a godermi la splendida campagna martinese».


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