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Giochi di potere tra politica e magistratura. Il caso Palamara / di Vito Massimano

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

10
GIU
2019

La vicenda di Luca Palamara, il magistrato dipinto dai giudici di Perugia come il crocevia di diversi poteri che gli si sarebbero coagulati intorno per avere giudici amici nominati nelle procure nevralgiche, non ci stupisce nemmeno un pochino.

Non ci turba soprattutto perché sono anni che la carta stampata è spaccata in due: da una parte chi afferma che la magistratura (o una certa parte di essa) sia politicizzata e dall’altra quelli che sanno che è così ma ti fanno il sorrisino idiota dicendoti che tu sei pazzo, che è un’affermazione molto grave, che non hai prove e che  vedi cospirazioni ovunque.

Adesso le intercettazioni tra Luca Palamara, Cosimo Ferri (Partito Democratico) e Luca Lotti (Partito Democratico) vengono a galla come a voler dimostrare plasticamente che i veri imbecilli erano coloro che dissimulavano perché la presunta commistione tornava loro utile.

Adesso viene anche a galla che la moglie del magistrato in questione, Giovanna Remigi, è stata assunta da Nicola Zingaretti per tre anni come dirigente esterna della Regione Lazio così che il sospetto che la magistratura non sia proprio indipendente dalla politica, come qualcuno vorrebbe far credere, venga corroborato dagli indizi. Magari è solo una questione di coincidenze. Magari è una questione di coincidenze anche il fatto che certi giornali (sempre gli stessi) sapessero ogni dettaglio delle varie indagini in anteprima assoluta. Magari è un dettaglio che certi magistrati che hanno scelto di impegnarsi in politica siano finiti in un Partito ben identificato. Magari.

Noi comunque restiamo garantisti anche con chi il garantismo non sa nemmeno dove stia di casa per cui il dottor Palamara per noi è un cittadino innocente fino a prova contraria. Per noi gli intrecci tra magistratura e politica non esistono fino a quando qualcuno non li avrà dimostrati. Non siamo mica Marco Travaglio e la sua banda di manettari con la bava alla bocca.

Però più di un atroce dubbio comincia a serpeggiare nella nostra mente: il fatto che oltre l’80% di coloro i quali finirono nella rete di Tangentopoli sia stato assolto dopo molti anni decretando la fine della cosiddetta Prima Repubblica per carcerazione preventiva, ha mica qualcosa a che fare con le presunte commistioni tra la sinistra e alcune procure? Non è per caso che la fine della Prima Repubblica fu anche un tentativo da parte di qualcuno finalizzato a prendere il potere in maniera non proprio ortodossa?

E i continui tentativi di fare fuori per via giudiziaria un noto leader politico della Seconda Repubblica gragnolandolo di processi, rinvii a giudizio, indagini bis, ter, quater e sacramenti vari, avrà mica a che fare con la presunta contiguità tra certa politica e certa magistratura?

E le varie indagini su un altro noto leader della Terza Repubblica e sul suo partito, non saranno mica ingerenze di certa magistratura sul normale andamento democratico del Paese? E le varie decisioni di certi togati atte a snaturare le leggi in materia di immigrazione non saranno mica tentativi da parte del potere giudiziario di sostituirsi al potere legislativo ed esecutivo?

Ma no, ma no, certi intrecci non esistono. Sono solo nella testa bacata di certi idioti che vedono complotti ovunque.

 



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