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Da donna a uomo/Oggi sono io

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

18
SET
2015
La storia vera di un uomo intrappolato in un corpo femminile che non ha mai sentito biologicamente e psicologicamente  suo. Da Michela a Michele attraverso il cambio di genere. La scelta è ciò che ci rende liberi e nella libertà, migliori
 
 
A partire dalla sua fanciullezza e proseguendo nell'adolescenza, Michela Formisano vive un dramma interiore ed esistenziale al quale non riesce a dare un nome, ma sente profondamente di non riconoscersi nel genere che la natura le ha attribuito. Non si sente donna e vive come se non lo fosse, sfidando il pregiudizio in maniera distruttiva verso sé e nei confronti degli altri e questo la porta presto a imboccare strade sbagliate: compagnie pericolose, cocaina, eroina, il carcere e infine la contrazione dell’AIDS. Michela non è mai stata una bambina dai vestitini colorati e i fermagli tra i capelli, né una giovane adolescente che vive i primi innamoramenti  per un ragazzo, ha sempre avvertito una grande attrazione nei confronti dello stesso sesso. Questo è il suo eterno malessere fino a quando le viene diagnosticato un carcinoma maligno all’utero curabile solo con la rimozione dell’organo.
Quasi una liberazione per Michela, che inizia così il suo percorso per diventare Miki e, quindi, finalmente se stesso.
Grazie all’incontro con Marilena, sua attuale compagna, si ritrova ad affrontare un nuovo progetto di vita.
Michela riesce, passando attraverso il cambio di identità di genere e un percorso di autoconsapevolezza, a regalarsi una nuova stagione di vita, diventando Miki. Si concretizza così il miracolo della rinascita  dopo una vita intensa e tormentata, caratterizzata da un profondo travaglio interiore.
Oggi Miki è impegnato in ambito sociale e nel riconoscimento dei diritti civili, è Presidente di NPS Puglia, Network Persone Sieropositive.
Le vicende raccontate nel libro "Resto umano" sono la storia di un uomo che non si è rassegnato ad un corpo in cui da subito ha faticato a riconoscersi, un uomo  che non ha saputo né voluto fare finta di niente, inizialmente con tutta la rabbia di cui Michela era capace e successivamente con la consapevolezza di non essere solo un grande errore della natura.
Lo scopo del libro"Resto umano" è quello di far passare l'idea che cambiare si può in qualsiasi situazione e per qualsiasi condotta. 
 
Miki, fino a qualche anno fa sei stato Michela. Una donna che sentiva profondamente di non riconoscersi nel genere che la natura le aveva attribuito. Come è trascorsa la tua infanzia e adolescenza in un corpo che non hai mai riconosciuto come tuo?
«La mia infanzia è stata  quella di  un bambino normalissimo rinchiuso in un corpo da donna. Insieme alla mia crescita fisica, cresceva in me la consapevolezza e il disagio, inizialmente non  chiaro, poi con l' adolescenza  è arrivato lo smarrimento dovuto al mio  corpo che cambiava e che non  riconoscevo come mio, in quel momento ho iniziato a commettere moltissimi errori…
Il rapporto con la mia famiglia è stato tutto sommato buono,specie con mia madre che non mi ha mai abbandonato, anche nelle circostanze più brutte, come il carcere».
 
 
Le tue prime esperienze sentimentali ti  inducono a respingere gli uomini, sentendo invece una grande attrazione nei confronti dello stesso sesso. Come hai vissuto questa sfera fondamentale della vita?
«Non è stato facile in quegli anni accettare di amare persone dello stesso sesso, non mi riconoscevo come omosessuale ma preferivo vivermi come tale piuttosto che avere rapporti sentimentali con uomini…».
 
Sei stato  testimone "privilegiato" di fenomeni quali la dipendenza patologica da sostanze illegali, la carriera tossicomanica segnata dall'incontro con l'eroina  e la cocaina; la criminalità, la detenzione, la contrazione dell'HIV,  diventata con gli anni AIDS, la transizione sessuale. Cosa puoi dirci in merito?
«Questo sentirsi nella terra di nessuno  mi spingeva  ad intraprendere strade sbagliate, sentivo il bisogno di una diversità costruita da me.L'uso di  sostanze portò dietro di sé una serie di eventi come la contrazione dell' HIV e il carcere.Tutto questo solo perché vivevo un disagio interiore e non riuscivo a comunicarlo a nessuno, anche perché allora  nessuno aveva i mezzi per poterti ascoltare, c' era poca informazione».
 
Ad un certo punto della tua vita ti viene diagnosticato un carcinoma maligno all’utero curabile solo con la rimozione dell’organo, quasi una liberazione per te, prova che  il corpo non mente, finendo per lanciare messaggi sempre più chiari. Questo avvenimento apre la strada verso il desiderio di cancellare quella parte femminile che non hai mai accettato, inizia così il tuo difficile percorso per diventare Miki e, quindi, finalmente te stesso. Come sei arrivato  a decidere per la transizione sessuale?
«Il carcinoma all' utero per me è stato, dopo un primo momento di smarrimento, una vera liberazione, Mi liberavo di quella parte che io e il mio corpo non accettavamo. La rimozione dell'organo fu  il primo passo decisivo verso me stesso, un giorno mi resi conto che dovevo fare una scelta, l' amore per la mia compagna e l' amore per la vita o l' eroina che aveva fatto sempre da padrona nella mia vita,scelsi Marilena e l' amore per la vita,ma c' era ben altro da affrontare, avrei dovuto risolvere alla radice il problema che mi aveva portato a distruggere volutamente la mia vita, quindi iniziò un lungo lavoro di introspezione, contestualmente conobbi persone che avevano concluso il percorso di riassegnazione sessuale. Mi fu tutto chiaro, non avevo mai accettato il mio corpo, per questo non ero mai riuscito ad amarmi davvero, ero semplicemente un uomo in un corpo biologicamente femminile..cavolo…ma quanti anni avevo impiegato perché mi fosse tutto chiaro?».
 
La tua storia è stata raccolta e narrata dalla Dott.ssa Anna Paola Lacatena, nel romanzo “Resto umano”. Una frase che ha mi ha molto colpito è: “La vita è un dono di Dio e su questo nessuno, oggi, potrebbe mai farmi cambiare idea; ma non riesco a credere che quel Padre buono e onnipotente, tra il bianco e il nero non abbia previsto sfumature”. Non c'è risentimento né facile autoassoluzione nel suo sentire. Come sei riuscito ad accettare e superare tutto quello che la vita ti ha riservato?
«Penso che Dio nella sua immensità  abbia  previsto  la diversità come ricchezza e come normalità, è l' uomo che è ancora troppo chiuso nel suo Io.
Ho accettato serenamente tutta la mia vita, tutti gli eventi avversi. Credo che ognuno di noi sia artefice della propria vita, sicuramente ci sono fattori che influenzano il percorso di ognuno, alcuni positivi altri negativi,io mi sono fatto influenzare da quelli negativi…ma chissà…forse oggi sono IO proprio grazie agli eventi negativi che mi hanno portato ad essere  quello  ieri».
 
Di grande importanza sono alcuni personaggi che hanno segnato la tua storia e che hanno contribuito alla costruzione di un nuovo progetto di vita:  tua madre, una suora, la direttrice di un carcere, la tua compagna.
Tutte donne che attraverso le diverse sfaccettature dell’Amore e del Bene, hanno deciso di prendersi cura della tua anima, questo dimostra che nessuno si salva da solo, è così?
«Le figure piu importanti e decisive nella mia vita sono state DONNE, iniziando dalla suora e finendo a Marilena, penso che le donne abbiano una marcia in più e credo che sia necessario il sostegno degli altri, nessuno si salva da solo. Ancora oggi la vita mi conferma questo, le persone che mi sono accanto arricchiscono la mia vita e mi aiutano a migliorami ogni giorno».
 
 
Terapie ormonali, interventi demolitivi, il cambio di nome sui documenti dopo un lungo lavoro psicologico e psicoterapeutico ti hanno dato finalmente la  piena  corrispondente immagine di sé anche agli occhi del mondo. Chi è Miki oggi, come affronta la sua vita?
«Oggi Michele, Miki per gli amici, affronta la sua vita finalmente da uomo anche per il mondo. Vivo una vita normalissima, ritagliandomi durante la giornata numerosi tempi e spazi per me stesso. Mi piace l' intimità della famiglia, insomma sto vivendo una nuova vita, quindi nuove esperienze che possono apparire banali ma che per me sono fonte di ricarica dell' anima. Michela non la rinnegherò mai, sarà sempre con me, è parte di me ma oggi sono totalmente me stesso, finalmente mi riconosco.Sono un attore privilegiato di questa vita, dietro me morte e distruzione. Ho camminato nei campi di sterminio degli anni 80/90, chiamati eroina e aids,  ne sono uscito ferito ma vivo e le ferite anche se sono quasi del tutto rimarginate mi  servono per ricordare quanto sia importante la vita...».
 
Oggi sei riuscito a regalarti una nuova stagione di vita con la tua compagna.Sei impegnato in ambito sociale e nel riconoscimento dei diritti civili, sei inoltre Presidente di NPS Puglia, Network Persone Sieropositive. Quale messaggio vuoi lasciare a quanti si trovano in condizioni di smarrimento interiore ed esistenziale?
«Oggi vivo molto nell' ambito sociale, infatti sono presidente di Nps puglia e vice presidente nazionale  del network persone sieropositive. Mi occupo di prevenzione dalle malattie sessualmente trasmissibili, lavorando molto sull'informazione e la prevenzione. Ho costituito insieme ad altri amici Tgenus magna grecia, associazione di volontariato che si occupa di identità di genere,siamo attivi nel dare informazioni sui percorsi e a fare chiarezza sulla propria identità di genere, attraverso l' ausilio di psicologi specializzati.Questo oggi è Miki».
 
 


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